Ha 39 anni e tante vittorie nella sua carriera ed è uno dei più forti della sua epoca nelle classiche: stiamo parlando di Philippe Gilbert, un uomo da record, capace di conquistare 4 Classiche Monumento su 5. Le ha vinte tutte tranne una: la Milano-Sanremo.
Gilbert mantiene un profilo basso, ha imparato a convivere con l’incubo della Sanremo. Lui che ha vestito la maglia con l’iride nel 2012, ha conquistato due Giri di Lombardia nel 2010 e 2011 e nello stesso anno ha fatto sua la Liegi-Bastogne-Liegi. Il Giro delle Fiandre è diventato suo nel 2017 e poi, nel 2019 la sua vittoria straordinaria alla Parigi-Roubaix. Gilbert il vallone, tra i suoi successi conta anche 4 Amstel Gold Race, due Freccia Vallone e due Parigi-Tours e tante vittorie di tappa nei 3 grandi giri.
Ma rimane di basso profilo sulle proprie possibilità di vincere finalmente l'ultima delle cinque Monumento del ciclismo, la Milano-Sanremo. Riuscirà a conquistarla? Lui stesso è poco fiducioso e ammette che Van der Poel, Van Aert e Alaphilippe hanno molte più cose da dire, oggi, rispetto a lui.
«Ho fatto la Parigi-Nizza e per me è stata una corsa come tutti gli altri anni, con scarso successo. Ero lì per lavorare, per preparare la stagione delle Classiche. Ma la condizione è buona».
La condizione è buona e Gilbert di esperienza ne ha tanta, ma dovrà vedersela con corridori esplosivi e hanno fame di vittoria.
«Ho avuto giornate di lavoro molto lunghe in Francia, onestamente non so cosa aspettarmi. Devo prima gareggiare contro quei corridori forti che tutti stiamo vedendo per essere in grado di capire. Penso che certi corridori siano migliori di altri in certi periodi».
Gilbert ha lavorato tanto per conquistare la Milano-Sanremo, ma il suo miglior risultato è un terzo posto nel 2009 e nel 2011. Una corsa per lui irraggiungibile, nonostante una minuziosa preparazione e attenzione a ogni dettaglio.
«È come se certe corse nella stagione arrivassero sempre troppo presto per me. Ho già provato di tutto: ho lavorato più intensamente, lavorato di più. Con lo stesso risultato. E poi c'è settembre. Qualunque cosa mi succeda, sto sempre bene, anche quando a volte stavo male nei mesi estivi. Sono convinto che alcuni corridori, in marzo siano più pronti di me».
Il campione della Lotto Soudal ormai è giunto alla fine della sua carriera. E’ uno dei corridori più longevi e forti del ciclismo e ha scritto alcune delle pagine più belle di questo sport. Ma vincere a 39 anni è difficile anche se ti chiami Philippe Gilbert e ancora di più quando devi confrontarti con corridori del calibro di Alaphilippe, Van Aert e Van der Poel.
«Ovviamente sono un po’ nervoso mancano pochi giorni e ho lavorato un intero inverno per questo appuntamento. La Milano-Sanremo è una corsa diversa rispetto al Giro delle Fiandre e alla Parigi-Roubaix. Ha davvero più emozioni per me, ma dovrò correre con gente che ha sostanza unita a molta forza fisica».
Correre e vincere non sarà facile perché questa Classica ha tante possibilità da mettere sul piatto. Si può vincere attaccando oppure in volata.
«Attaccherò forse a cento chilometri dalla fine... chissà, le carte da giocare possono essere diverse. Mi piace la concorrenza che c’è in questa corsa e i tanti modi in cui la si può affrontarle».
Gilbert sul traguardo di via Roma non ha mai vinto, negli anni passati questa vittoria mancata era il suo incubo, ma oggi il vallone non ha rimpianti e non vive più questa assenza come una sconfitta.
«Non credo di avere rimpianti. Sono arrivato terzo due volte, il massimo che potevo ottenere. Non ricordo un anno in cui non ho avuto le gambe per attaccare sul Poggio e di non averlo fatto. Non c'è mai stato un giorno in cui sono entrato nell'ultimo chilometro senza forzare e non ho attaccato. Sono andato spesso vicino alla vittoria, ma mai abbastanza per tagliare per primo il traguardo. La Sanremo è una corsa esplosività. Tutto si decide in 200 a 300 metri. Al Fiandre o alla Parigi-Roubaix è tutto diverso. Nelle altre Classiche so che, se avrò buone gambe, nel peggiore dei casi finirò tra i primi cinque. O sul podio o potrei vincere. A Sanremo non è così. Quante possibilità mi do per vincere? Una su dieci».
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