Ti ricordi la tua prima bicicletta, di quando eri piccola?, colore, marca, regalo, sensazioni, il primo momento in cui ha trovato l’equilibrio senza aiuti o rotelle? Ti ricordi la tua prima bicicletta da corsa?, e la tua prima corsa?, e la tua prima vittoria?
Avevi praticato altri sport?, quali? e quali differenze con il ciclismo?, e perché hai poi scelto il ciclismo?, e fra ciclocross e mountain bike, strada e pista, quali sono le differenze tecniche ed emotive?
In bici si pensa, si canta, si conta, si progetta, si sogna?, e si fatica?, ed è vero che esiste il gusto della fatica, del sacrificio e - esagerando - del dolore?
Domande (queste, per cominciare a conoscersi meglio) e risposte, spiegazioni, descrizioni. A metà fra intervista e confessione, confidenza e racconto, come se fosse un esame di coscienza o uno sguardo allo specchio, quello della memoria e quello dell’anima.
Da una parte Francesca Baroni, 21 anni, ragioniera, campionessa italiana ciclocross under 23 e quinta ai Mondiali nel 2021, reduce dall’avventurosa Strade Bianche, dall’altra una platea di 19 classi (quattro delle medie, le altre delle superiori) dell’Isiss Magarotto di Roma.
L’incontro – domani, martedì, alle nove - sarà virtuale, grazie a un collegamento sulla piattaforma di Google Meet fra l’atleta e gli studenti, per il progetto “l’ABCletta” a cura di Fernanda Pessolano e Biblioteca della bicicletta Lucos Cozza per il Gran premio Liberazione (Asd Team Bike Terenzi con Asd Romano Scotti), realizzato in collaborazione con le due squadre di Francesca (Guerciotti-Selle Italia per il cross e Isolmant-Premac-Vittoria per la strada) e la Federazione ciclistica italiana (in particolare Fausto Scotti, c.t. del ciclocross), l’Istituto comprensivo Pablo Neruda di Roma e l’Isiss Magarotto di Roma.
L’incontro sarà anche virtuoso. Sia Francesca sia una parte degli studenti dell’Isiss (significa: Istituto statale di istruzione specializzata per sordi) Magarotto sono sordi. Francesca non ha problemi: in un’intervista proprio a tuttobiciweb aveva detto che “ho bisogno che le persone mi parlino dal davanti, visto che faccio la lettura labiale e nel mondo della bici l’unico accorgimento importante è il ‘via con la mano’ da parte dei giudici alla partenza perché non sento il fischio, per il resto ormai sono abituata a cavarmela da sola”. Dall’altra parte degli schermi per i ragazzi sordi in ogni classe ci saranno il docente curricolare e un’assistente alla comunicazione che, tramite la LIS (Lingua dei Segni Italiana), trasmetterà il contenuto dell’intervista ai ragazzi.
Francesca Baroni ha i doni più belli: la sincerità, la spontaneità, il sorriso.
In un’intervista di un anno fa a “Suiveur”, aveva regalato perle di saggezza con leggerezza: “Essere donne significa avere la capacità di concludere e gestire al meglio i propri impegni, cercando di non imitare l’uomo, mantenendo la propria essenza”, “Si guarda molto all’esteriorità delle persone, trascurando ciò che hanno da dire. Le persone andrebbero apprezzate per quello che sono e non per quello che mostrano” e “Sto bene così: per pedalare non mi servono le orecchie, ma le gambe”.
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