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Ha i capelli castani, vispi occhi verdi, tanta voglia di vivere e vincere. Miriam Vece, 23 anni, da un mese tesserata per l’Esercito, è la regina d’Italia delle specialità veloci su pista e per poco lo diventava anche nel mondo: ai Mondiali di Berlino 2020 è giunta terza nei 500 metri da fermo.
Miriam negli ultimi anni ha vissuto in prevalenza ad Aigle, nella Svizzera di lingua francese: è l’unica italiana che in questi anni ha frequentato il Centro Mondiale del Ciclismo, creato dall’Uci per migliorare il bagaglio tecnico agli atleti promettenti, in particolare ai pistard. Gli esercizi in palestra e il lavoro al velodromo di Aigle hanno dato buoni frutti e quella della signorina Vece con la Nazionale diventerà probabilmente una splendida storia lunghissima.
Debuttò da azzurra della pista ai Campionati d’Europa 2014 ad Anadia (Portogallo). A livello internazionale (oltre al bronzo di Berlino) vanta il terzo posto da junior ai Mondiali 2015 nella velocità a squadre. Ai Giochi Europei 2019 è giunta terza nei 500 metri da fermo. E ai Campionati d’Europa 2018 under 23 ha conquistato 2 ori, velocità e «500», e il bronzo nella velocità a squadre. Agli Europei under 23 2019 s’è presa argento nei 500 e bronzo in velocità. Senza dimenticare l’argento 2015, da junior, all’Europeo di velocità a squadre.
La plurimedagliata abita a Romanengo (Cremona) con mamma Carmela, papà Tonino e il fratello Gerardo. «I miei genitori mi hanno regalato la prima bici - racconta Miriam, dal 2016 diplomata in sistemi informativi aziendali con specializzazione sportiva - e grazie a mio zio Giuseppe ho iniziato ad andare in bici senza rotelle. A 6 anni ho disputato la mia prima gara ciclistica tra i giovanissimi. Ho anche praticato ginnastica ritmica per qualche mese e all’istituto di ragioneria mi sono cimentata in altre discipline: nessuna mi ha colpita come il ciclismo. Adesso la bici è diventata un lavoro e come tutti gli sport richiede sacrifici che affronto volentieri».
Miriam non si è qualificata ai Giochi di Tokyo 2021. «Nella velocità Miriam è forte nel tempo di qualificazione sui 200 metri lanciati, ma in corsa non è ancora al livello delle migliori otto al mondo - fa notare Dino Salvoldi, ct azzurro -. Nei 500 metri, invece, fra le prime tre al mondo. Peccato che i 500 non siano compresi nel programma olimpico».
Miriam pensa già ai Giochi di Parigi 2024: «C’è ancora molto tempo per lavorare e migliorare. Sarebbe già una grande soddisfazione riuscire a qualificarsi».
Obiettivi a breve termine?
«Ottenere ai Mondiali medaglie più importanti del bronzo e sicuramente conquistarne altre ai Campionati d’Europa».
La signorina Vece ha un modello da imitare: «È la tedesca Miriam Welte che, oltre ad avere il mio stesso nome di battesimo, è specializzata come prima frazionista del team sprint nella sua Nazionale e va forte nei 500 metri da fermo. Quindi ho le sue stesse caratteristiche anche se lei per il momento vanta più medaglie di me».
La velocista di Romanengo non è fidanzata. «Comunque dopo la conquista del bronzo al Mondiale il numero dei miei ammiratori è un po’ aumentato».
Per tanti pistard è basilare l’attività su strada. In effetti nel periodo in cui ha gareggiato tra le esordienti e le allieve «Miri» è riuscita a vincere 22 gare, e si tratta sicuramente di un bel bottino. In seguito è andata controcorrente: «Mi sarebbe piaciuto continuare a gareggiare su strada però tra le juniores ho capito che non faceva per me, io e la salita non andiamo molto d’accordo».
Nel 2021 non farà strappi alla regola. «Su strada ormai faccio solo qualche uscita tranquilla durante la settimana». La vita è dura per chi vorrebbe svolgere esclusivamente attività su pista in specialità veloci. Riaffiora la speranza di gareggiare con le scommesse in palio, come nei grandi cimenti di keirin in Giappone.
«Sarebbe molto bello averle in Europa, soprattutto in Italia; sicuramente parteciperei volentieri alle corse con scommesse in palio».
In Giappone numerosi pistard velocisti hanno guadagnato molto grazie alle scommesse abbinate al keirin. «Per il momento qui c’è un’ altra cultura e di eventi su pista con specialità veloci ce ne sono pochi».
L’appartenenza al Centro Sportivo Olimpico dell’Esercito galvanizza la simpatica cremasca: «Ringrazio l’Esercito che mi dà una grande opportunità; non vedo l’ora di verificare quali obiettivi raggiungeremo insieme».
Oltre ad avere tessera federale dell’Esercito, per la ragazza di Romanengo continua il legame con la squadra Valcar Travel & Service di patron Valentino Villa.
«Fin da quando avevo 12 anni - dice l’azzurra - quella azzurro e fucsia è la mia seconda famiglia. Valentino Villa e i suoi collaboratori ci hanno sempre trattate come se fossimo loro figlie per cui ringrazio molto la Valcar. In questi anni, grazie a Valentino, io e le mie compagne di team siamo cresciute molto dal punto di vista atletico e umano».
Miriam parla poi di Davide Arzeni, detto «Capo», il direttore sportivo della Valcar: «È un maestro che mi ha sempre sopportata e supportata nonostante gli alti e bassi. Davide Arzeni, patron Villa e gli altri che per me hanno sostenuto sacrifici spero siano orgogliosi delle medaglie che ho conquistato, con l’augurio che rappresentino solo l’inizio di una serie di risultati importanti».
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