Nicola Bagioli ha scelto di lasciare la sua zona di comfort, salutare l’Italia e sposare il progetto francese della B&B Hotels p/b KTM. Per lui si tratta della prima esperienza in una squadra non italiana, con l’intento di dimenticare il prima possibile le ultime due annate travagliate, tra problemi fisici e sfortune di vario genere. «Le circostanze mi hanno portato all'estero, ma sono contento della scelta, è un'esperienza che sarà utile dal punto di vista sportivo ma anche umano» ammette il 25enne di Lanzada. Dopo tre anni alla Nippo-Vini Fantini, l’ultima stagione all’Androni-Sidermec è stata tutt’altro che esaltante, con solamente 13 giorni di gara all’attivo e nessuna corsa a tappe portata a termine.
Meglio quindi resettare tutto e ripartire dalla Bretagna, in un ambiente diverso da quello a cui era abituato ma che lo ha già accolto bene: «Siamo stati in ritiro in Spagna, a Oliva, mi sono sentito subito a mio agio - racconta Nicola a tuttobiciweb -. Ora sono a casa una settimana e poi parto per il Tour de Provence, che sarà il mio esordio stagionale. Sto pian piano prendendo confidenza con il francese, ho preso qualche lezione su zoom con una professoressa prima di partire per il ritiro, mentre ora grazie ad un'app faccio 15 minuti di esercizi ogni giorno. Da quanto ho visto nel primo meeting, se parla una sola persona riesco a seguirla abbastanza bene, mentre a tavola coi miei compagni, in cui ognuno parla sopra l'altro, faccio molta più fatica. Poi per fortuna con molti posso parlare inglese, quindi ho meno problemi». Un grande mano nell’ambientamento gliela sta dando Luca Mozzato, che ha cominciato il suo secondo anno con il team francese: «Luca è stato un po' il mio punto di riferimento in questo primo periodo, scambiare qualche parola in italiano ha reso l'ambientamento più facile. Ha già imparato abbastanza bene il francese, quindi mi dà qualche dritta molto utile».
I suoi tifosi erano preoccupati per i problemi alla schiena che lo avevano fatto tribolare nel 2019, ma il più grande dei fratelli Bagioli (suo fratello Andrea corre nella Deceuninck-QuickStep) rassicura tutti: «Sono guarito al 100%, non ho più nessun dolore alla schiena né in bici né fuori. Ogni mese vado dall'osteopata per un check, ho qualche esercizio specifico da fare, ma sono di nuovo al massimo della disponibilità fisica». I presupposti per tornare a buoni livelli, quindi, ci sono: «Finora la mia carriera non è andata come avrei sperato, in particolare gli ultimi due anni: nel 2019 l'infortunio alla schiena mi ha tenuto fuori per tutta la seconda parte dell'anno e l'anno scorso tra covid e calendario ristretto, ho corso pochissimo. Il ricordo più bello è la maglia di miglior scalatore alla Tirreno-Adriatico 2018, spero ora di costruirne ancora di meglio».
La scelta di correre per un team francese si è rivelata particolarmente azzeccata anche perché, al momento, le gare del calendario nazionale sono tra le poche ad essere sopravvissute al covid, almeno nel mese di febbraio. «Sì per fortuna in Francia quasi tutte le gare sono rimaste in piedi, e infatti il mese di febbraio dovrebbe essere abbastanza intenso per me. Dopo il Provence, infatti, andrò al Tour des Alpes Maritimes e la Drome Classic; spero che le gambe rispondano bene per provare a portare a casa un buon risultato. Il livello penso che sarà veramente alto, perché sono praticamente le uniche gare rimaste, tanti campioni sono stati dirottati in Francia, e mi aspetto tanto nervosismo in gruppo. Il calendario francese, comunque, presenta molte gare adatte alle mie caratteristiche, quindi spero di poter trovare il terreno adatto per mettermi in mostra». La B&B Hotels sarà sicuramente alla Parigi-Nizza e spera anche in un invito al Tour de France; Bagioli dal canto suo farà di tutto per essere presente negli appuntamenti più importanti, ma, purtroppo, non lo vedremo in Italia, perché «la squadra non ha in calendario corse italiane, almeno nella prima parte di stagione».
Il ragazzo della Val Malenco, secondo al Trofeo Laigueglia 2019, ha chiaro in testa l’obiettivo dell’anno e lo esprime senza tanti giri di parole: «Vincere! Non ho obiettivi particolari per questa stagione, se non quello di alzare le braccia al cielo, visto che finora ci sono andato solamente vicino. E non importa in quale gara».
Il ciclismo, però, è solamente uno dei tanti mondi, seppur il più importante al momento, in cui si giostra Nicola. Facendo una rapida ricerca in rete si potrà notare come, oltre ad essere ciclista professionista, sia anche un appassionato di rettili, di arrampicata, di sci e, non ultima, della lavorazione della pietra ollare: «Non mi piace stare con le mani in mano, quindi quando non sono in bicicletta ho bisogno di avere qualcosa da fare. Ho tante passioni al di fuori della bicicletta. Quando sono stato fuori diversi mesi per i problemi alla schiena ho cominciato a lavorare con la pietra ollare, che ormai è quasi un secondo lavoro e quando posso mi ci immergo. Poi in autunno/inverno, a stagione terminata, faccio arrampicata oppure scialpinismo, che comunque è un ottimo modo per allenarmi in quota». Però, sia chiaro: «Al momento, sono concentrato solamente sul ciclismo e su questa importante stagione».
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