Il ciclocross e le Olimpiadi Invernali continuano ad essere al centro di un lungo dibattito tra UCI, CIO e Flanders Classics. Questa disciplina che anima la stagione invernale del ciclismo, ad oggi non è ancora stata inserita tra le specialità olimpiche invernali e il motivo va ricercato nel fatto che il Comitato Olimpico considera ammissibili ai Giochi solo gli sport che si praticano su ghiaccio o neve.
A questo proposito bisognerebbe riflettere sul fatto che il ciclocross ha una stagione che abbraccia il periodo tra l’autunno e l’inverno, con le corse più importanti che disputano tra dicembre e gennaio, periodo questo in cui la neve di certo non manca. Impossibile non ricordare il Mondiale di Tabor nel 2010, dove su un percorso coperto da neve e ghiaccio a vincere furono Zdenek Stybar e Marianne Vos. Tre anni dopo negli Stati Uniti a Louisville, a primeggiare sulla terra innevata c’erano Sven Nys e nuovamente Marianne Vos, ma anche un giovanissimo Mathieu van der Poel che dominò nella categoria junior. Lars Boom fu autore di un’incredibile vittoria sul traguardo di Zolder imbiancato, mentre in altre tappe di Coppa del Mondo si è assistito a gare caratterizzate da neve e ghiaccio, come Kalmthout, ma anche in Italia . per esempio a Faè di Oderzo - ci sono state edizioni in cui la neve non è mancata.
Flanders Classics e l’Uci, per dimostrare che il ciclocross si può praticare anche con neve e ghiaccio, avevano programmato per questa stagione una tappa di Coppa del Mondo di ciclocross in Svizzera per la precisione a Villars, a quota 1253 metri di altitudine, ma il Covid-19 ha portato all'annullamento della corsa. Il mondo del ciclocross però non si arrende e continuerà a tentare ogni carta per entrare nel programma dei Giochi Olimpici invernali.
E in questa corsa un ruolo fondamentale potrebbe essere svolto proprio dall’Italia che, secondo alcuni rumors, potrebbe ospitare il prossimo anno la famosa tappa di Coppa del Mondo in quota e con la neve. Due regioni e tre gruppi si starebbero organizzando per proporre all’UCI una tappa: si tratterebbe di Veneto e Piemonte, anche se allo stato attuale alla FCI una candidatura ufficiale non sarebbe ancora arrivata. In Veneto sarebbero addirittura due i comitati che si starebbero organizzando per trovare fondi e sponsor. Ma se il Veneto storicamente è la regione italiana più attiva nel ciclocross, stupisce invece la possibile candidatura del Piemonte, più noto per aver dato i natali a celebri corridori come Costante Girardengo e Fausto Coppi e per ospitare corse importanti su strada.
Il ciclocross, grazie anche alle battaglie tra Van Aert e Van der Poel, sta pian piano conquistando gli italiani e l’attività negli ultimi anni è decisamente cresciuta. Un dato importante è arrivato dall’ultimo Campionato Italiano a Lecce dove, la scorsa settimana, le categorie giovanili hanno fatto registrare un record di iscritti. L’Italia quindi, grazie alle sue montagne, potrebbe rappresentare quel trampolino capace di portare il ciclocross alle Olimpiadi Invernali.
Ma questo non è tutto, perché a voler essere protagonista di questo sport ci sarebbe anche Roma con un doppio appuntamento: una possibile candidatura per una tappa di Coppa del Mondo nel calendario del 2022 e quella per il campionato mondiale per il 2026.
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