L’anno nuovo per Wout van Aert si è aperto con un secondo posto, conquistato a Baal alle spalle del rivale Mathieu Van der Poel. Il corridore della Jumbo-Visma ha dovuto riconoscere la superiorità del suo avversario e ammettere di non essere in buona forma.
«Non è stata una giornata fantastica oggi. Negli ultimi due giri ho avuto un buon feeling con il terreno, ma la gara era già persa». Con queste parole Van Aert, ha spiegato il suo secondo posto nella gara di oggi, dove comunque ha cercato di dare il suo meglio. «Ho provato a vincere oggi. Se non fai più sforzi in ogni gara di cross dove le tue gambe sono meno buone, allora avrai sempre meno possibilità. Per vincere non devi aspettare di avere delle super gambe, ma devi forzare con quello che hai in quel momento».
Van Aert non è riuscito a recuperare il ritardo su Van der Poel nel finale, la forma fisica non era delle migliori, ma l’impegno non è mancato. «Oggi ho fatto del mio meglio fino al traguardo. Ho perso troppo tempo nel giro in cui sono stato staccato da Mathieu. Ho avuto dei problemi di cambio di marcia».
Lasciati i commenti sulla corsa, Van Aert, che oggi ha corso con una nuova bici, ma non quella del nuovo sponsor che ancora non è pronta, ha spiegato quali saranno i suoi grandi obiettivi che devono arrivare entro la fine del mese. «Vorrei vincere entrambi – ha detto il fiammingo riferendosi al Mondiale e alla Coppa del Mondo -: non ho dato il massimo nell’allenamento in vista di questa gara: potrei aver pagato per questa scelta».
Van Aert è pensieroso per la scelta Giochi-Tour e spera che si trovi una soluzione per poter correre entrambe. «Spero che la combinazione Tour-Giochi rimanga fattibile. Cerco di non dedicare troppo tempo alle voci che circolano, perché si sentono notizie contrastanti. Spero sicuramente che la combinazione rimanga fattibile. Comunque vedremo».
Riguardo l’ipotesi della quarantena ai Giochi, Van Aert pensa che sia controproducente per un atleta che deve andare in gara. «Sembra improbabile che rimanga la decisione di fare una quarantena di due settimane, non solo il ciclismo ne sarebbe una vittima. Essere bloccato in una stanza d'albergo per due settimane non mi sembra la preparazione più idonea per un atleta. E quando ti è permesso di allenarti fuori, non è più una quarantena? Molte domande rimangono irrisolte. Comunque vorrei fare i Giochi, ma allo stesso tempo so di dover fare gli interessi della squadra».