Arriverà un giorno, tra vari decenni, nel quale saranno ricordate come le protagoniste dell’età dell’oro del ciclismo femminile cremonese. Le campionesse ormai affermate Marta Cavalli (nella foto in apertura), Miriam Vece ed Elena Bissolati ai massimi livelli del panorama italiano e internazionale; le promesse Federica Venturelli e Rebecca Vezzosi pronte a raccogliere il testimone mentre seminano vittorie nelle categorie giovanili. Come ha sottolineato anche il presidente del Comitato Provinciale, Antonio Pegoiani, nella recente assemblea della Federciclo, nel territorio cremonese il movimento delle due ruote è sempre più tinto di rosa.
Il ciclismo, sport tradizionalista, conservatore e contadino nel dna, si sta aprendo con forza alle modernità delle donne. Una generazione forse irripetibile si è affacciata alla ribalta con la promessa di portarci nel futuro. I risultati sono sotto gli occhi di tutti: nel 2020 tormentato dal Covid, le magnifiche cinque cremonesi hanno conquistato 12 titoli o medaglie a livello nazionale, europeo e mondiale. Un record ancor più sorprendente se proporzionato alla base demografica della nostra stretta provincia (ciclisticamente una «formica» rispetto a Bergamo o Brescia) e alla durata di una stagione nella quale si è corso solo per quattro mesi (tra agosto a novembre).
Considerazione preliminare: nessuna tra Marta, Miriam, Elena, Rebecca e Federica supera i 23 anni. La Vece e la Bissolati, classe 1997, sono le più «anziane» (si fa per dire). La Vezzosi e la Venturelli sono nate nel 2005, anno in cui Facebook, in qualche angolo degli States, esisteva già. Il tempo è decisamente dalla loro parte. Viste le carte d’identità, potremmo sbilanciarci e pronosticare che per ciascuna di loro il meglio debba ancora venire. I prodigi del ciclismo femminile cremonese, tuttavia, rappresentano già oggi una solida realtà.
E la super professionista Marta Cavalli ne è il faro riconosciuto. A 22 anni, l’azzurra di San Bassano ha firmato per il team francese Fdj dove proverà il definitivo salto di qualità verso l’eccellenza assoluta. Ma intanto può fregiarsi di un curriculum da stella: campionessa italiana su strada nel 2018 e bronzo nel 2020, atleta polivalente, seconda miglior italiana all’ultimo Giro Donne, 5ª alla Gand-Wevelgem, 10 ª sul mitico pavée del Fiandre e sette volte campionessa europea su pista in carriera. L’ultimo acuto continentale è arrivato lo scorso ottobre a due passi da casa, al velodromo di Fiorenzuola, con l’oro nell’Inseguimento a Squadre Under 23. Con il quartetto della Nazionale, la Cavalli proverà il colpaccio anche ai Giochi di Tokyo 2021 senza escludere una convocazione per la prova in linea su strada. Seguendo le imprese di Marta (spesso protagonista in eurovisione), le ragazzine cremonesi che scelgono di salire in sella a una bici anziché dedicarsi alla pallavolo o alla danza hanno trovato una fonte di ispirazione vicina, diretta, autentica. Sarà un caso, ma da quella formidabile culla di ciclismo che è il paese di San Bassano è partita anche la Venturelli, fenomenale 15enne capace nell’ultimo anno solare di infilare un poker di maglie tricolori. In ordine cronologico: campionessa italiana a cronometro, campionessa italiana su pista nell’Omnium e nell’Inseguimento individuale, campionessa italiana nelle cronosquadre con il Gs Cicli Fiorin. Quattro volte sul tetto d’Italia nel giro di 90 giorni.
L’importanza di una fonte d’ispirazione sul territorio è evidente anche spingendoci da San Bassano al casalasco, tra Casalmaggiore e San Giovanni in Croce. La Bissolati, nel 2020 campionessa italiana e finalista europea del Keirin, sostiene la Gioca in Bici Oglio Po e talvolta si unisce a pedalare con i ragazzi della società giallo-azzurra. Tra questi giovani, è uscita allo scoperto quella Rebecca Vezzosi che in una notte d’estate friulana ha regalato alla Gioca in Bici la prima storica maglia tricolore della sua storia: campionessa italiana nella Velocità tra le allieve. Nel corso del 2020 Rebecca è stata anche campionessa regionale e ha ricevuto la prima convocazione per uno stage di allenamento con la Nazionale. Un anno magico. Dulcis in fundo, il 2020 è stato anche l’anno di Miriam Vece, cremasca di Romanengo, pilastro della Nazionale di Salvoldi e prima italiana di sempre ad entrare nella scuola internazionale del ciclismo di Aigle. Miriam ha aperto il cerchio a Berlino, in febbraio, salendo sul podio mondiale dei 500 metri e l’ha chiuso in Bulgaria con l’ennesima medaglia di bronzo poche settimane fa. Senza dimenticare le due maglie tricolori nei soliti 500 e nello sprint. Nessuna azzurra si era mai spinta così in alto nelle discipline veloci. L’onda rosa, ora, promette di essere ancora lunga. Il rilancio del velodromo di Crema potrebbe fornire ulteriore spinta al movimento, la Federciclo locale ci crede e la Gioca in Bici punta nel medio periodo a diventare una realtà di riferimento per il settore femminile. Alla faccia dei vecchi pregiudizi, possiamo dirlo forte: il ciclismo è uno sport per donne. E in povincia di Cremona ancora di più.
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