Finalmente un po' di Giro. Finalmente una tappa. E prima ancora di qualunque discorso su fatti e personaggi, bisognerebbe tutti partire da qui: proprio da questo genere di tappe. Con lo Stelvio, le altitudini senza ossigeno, le prime nevi (stavolta, grazie al Cielo, di riporto).
Io non voglio intingere la zampa nella retorica, non mi va e neppure ne sono capace, ma resterei semplicemente a un unico pensiero, meglio, a una dedica: sì, una tappa come questa va senz'altro dedicata al movimento culturale che sta venendo avanti da anni nel ciclismo moderno, il movimento della tappa corta e nervosa, perchè tanto sulle grandi montagne non succede mai niente. Naturalmente, è lo stesso movimento che vorrebbe anche i grandi giri ridotti in miniatura, o ristretti dopo un candeggio, due settimane perchè tre hanno fatto il loro tempo.
Ecco, appunto. Togliamo le cime del mito e facciamo tante tappette piene zeppe di strappetti. Divertenti anche queste, niente da dire. Ma per piacere nemmeno cominciamo a pensare un ciclismo senza i tremila (o quasi), perchè è in quel ciclismo, dove tutto viene falsato, non solo la respirazione, che ancora sopravvive la ragione unica e vera per sgranare gli occhi e aggrapparsi forte ai braccioli della poltrona.
E a questo punto io avrei anche finito. Una giornata così, a modo suo, con protagonisti non certo di primissima fascia, comunque mi ripaga delle lunghe giornate di strazio sopportate sin qui. Vale da sola il prezzo del biglietto.
Quanto a tutto il resto, lascio la scena a chi ci capisce davvero. O finge di capire. Io, da parte mia, confesso tranquillamente di averci capito pochissimo. Tanto per cominciare, non capisco tutta questa euforia Sunweb per la vittoria di tappa e la doppietta in testa alla classifica. Certo che a prima vista sembra un trionfo storico. Ma se proviamo a ragionare in grande, da grande squadra, a me sembra un mezzo delirio: hai lasciato alla deriva il capitano, e questo ci sta, se non lo credi un capitano, ma se lo credi un capitano fermi il ragazzino là davanti e gli dici di aiutare il capitano a limitare i danni, soprattutto nel tratto di falsopiano, consolidando una maglia rosa in modo molto più tranquillizzante. Cosa dice? Che tanto Kelderman l'anno prossimo cambia squadra? Che in fondo chi si fida? Che ognuno corre per sé e che non è giusto tarpare le ali al giovane talento? D'accordo, allora va bene così, alzo le mani e mi arrendo. Però davvero non capisco, non parlatemi più delle strategie di squadra. Anche perchè comunque, domenica, a cronometro, dei due chi può difendersi meglio è Kelderman, almeno a logica. E solo allora si vedrà davvero se il giorno da leoni sullo Stelvio si rivelerà una scelta così trionfale. Io, per il momento, non capisco e mi adeguo.
Capisco certo un po' di più la stupenda strategia Ineos, con quel Dennis che a questi livelli può tranquillamente dominare la scalata dello Stelvio, e con il buon GeoEccetera che porta a casa il più possibile, fino a un passo dal Giro completo (mi schiero: io, orfanello di Nibali, da qui alla fine tifo per lui). Caso mai, capisco un po' meno tutte le rimostranze dello stesso GeoEccetera nei confronti di Hindley: scusa amico, davvero pensi che quello possa aiutarti, con il capitano (vero o presunto) dietro a inseguire e dopo che gli hai già soffiato una tappa a Piancavallo? Via, giovane GeoEccetera: siamo fuori strada. Davvero anche tu non mi aiuti a capirci qualcosa.
Poi c'è pure un'altra questione che non capisco, forse la più importante e la più dolorosa: riguarda Nibali. Sinceramente non mi sorprende la nuova resa, perchè arriva in modo coerente con tutto il resto del Giro. Quello che davvero non capisco è chi abbia ragione, sul suo conto: quelli che parlano di annata disgraziata, di flessione momentanea, o quelli che parlano di ineluttabile declino, dati i 36 anni anagrafici. Vorrei tanto fosse la uno, temo fortemente sia la due.
Nel frattempo, non capisco e mi immalinconisco, pensando a cosa avrebbe combinato il vero Nibali in una tappa del genere, tra avversari di questo livello. Senza offesa per nessuno, naturalmente. Non capirei nemmeno quella.