Matteo Trentin è pronto per il suo finale di stagione in Belgio, al termine del quale toglierà la maglia dellla CCC per vestire quella della UAE Emirates. Dopo il terzo posto alla Gent-Wevelgem, oggi affronta il Giro delle Fiandre per terminare con la Driedaagse Brugge-De Panne.
Lei ha già corso altre gare in Belgio in questi giorni. Com’è andata?
«E’ andata abbastanza bene, non abbiamo avuto pioggia e questa è già una cosa buona considerando la stagione, anche se fa abbastanza freddo. Ho fatto un terzo posto alla Gent-Wevelgem e penso che sia un buon risultato in vista del Fiandre. Sono sempre stato davanti e ho attaccato e questi sono tutti segnali positivi».
Quali sono i suoi obiettivi per oggi?
«La mia sarà una corsa tranquilla perché i favoriti saranno Van der Poel e Van Aert e tutti seguiranno loro e quindi io correrò senza essere controllato troppo».
Cosa potrebbe accadere in gara?
«Il Fiandre è una corsa che può sorprendere, ci sono i favoriti e poi all’improvviso parte quel corridore che non ti aspetti. Tra i favoriti io metterei anche Alaphilippe e tutti quelli che saranno nel gruppo di testa. Questa è una corsa che vinci solo se riesci a stare davanti e la squadra più forte per me rimane la Deceuninck-Quick Step».
Il Belgio è la patria del ciclismo. Quanto sono cambiati gli scenari con il lockdown?
«Ovviamente è diverso dal solito. Quando veniamo qui in primavera c’era odore di patatine fritte ovunque e un bagno di folla, adesso c’è un’altra percezione. Alla Gand-Wevelgem non c’era nessuno alla partenza e all’arrivo e anche lungo il percorso non c’era gente. Mi ha fatto impressione passare lungo i settori di gara e non trovare tende montate o camper, che di solito si vedevano già dal giovedì. Qui il messaggio degli organizzatori è passato chiaro».
Di quale messaggio stiamo parlando?
«Gli organizzatori di Flanders Classics, hanno chiesto alla gente di rimanere a casa per far continuare le corse e la gente ha capito. Certo non subito perché alla Liegi-Bastogne-Liegi c’era molto pubblico, ma adesso non c’è più una persona neanche lungo il percorso. Tutti guardano le corse da casa e speriamo che lo facciano anche oggi».
Cosa pensa delle polemiche che ci sono state sul Giro d’Italia e il Covid da parte di alcune squadre e corridori?
«Molte le ho trovate sterili. Se uno vuole andare a casa, lo faccia davvero. De Gendt ha espresso il suo pensiero ai giornalisti, altri fanno i ciclisti mascherati e scrivono messaggi anonimi. Non capisco perché lamentarsi dopo 10 giorni di corsa, se uno a Palermo ha visto delle cose che non gli sono piaciute, doveva parlare subito. Probabilmente qualcosa c’è stato, io non posso giudicare perché non c’ero, ma veramente parlare dopo tanti giorni non aiuta nessuno».
Lei ha corso anche in Italia, si è sentito al sicuro?
«Ho corso poco in Italia solo Milano-Sanremo e Campionati Italiani, mi sono sentito al sicuro, ma vorrei dire che gli errori a mio avviso sono stati a livello di comunicazione delle società organizzatrici. Flanders Classics e gli organizzatori dell’Amstel Gold Race hanno subito detto alla gente di stare a casa, attraverso un messaggio molto chiaro. Aso ed RCS hanno sempre detto di mantenere le distanze e mettere le mascherine, ma non hanno mai detto alla gente c’è il covid state a casa quest’anno».
Lasciando le varie polemiche sta seguendo il Giro d’Italia?
«Sì, lo sto guardando con molta attenzione e devo dire che fino ad ora non ci sono state grandi sorprese. Ganna ha fatto nuovamente un capolavoro ieri e Almeida con Kelderman hanno guadagnato qualcosa sugli altri».
Si andrà in montagna la prossima settimana, il meteo quanto potrebbe influire?
«Per la prossima settimana il meteo dovrebbe essere in miglioramento, con temperature un po’ più miti. Naturalmente salire sopra i 2000 metri non sarà facile e il freddo potrebbe creare molti problemi. Non mi preoccupa molto la tappa con il Sestriere, ma Stelvio e Colle dell’Agnello le vedo improbabili».
State correndo mentre nel mondo c’è una pandemia e dovete sottoporvi a test e ad una vita con molte limitazioni. Vivete tutto questo come uno stress?
«Certamente non è facile ma dobbiamo pensare che ci stanno facendo correre e che l’alternativa sarebbe stata quella di rimanere a casa. Dobbiamo abituarci a nuove regole e se vogliamo che le cose funzionino, dobbiamo rispettare quanto ci viene indicato dai nostri governi».
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