S come Scinto. Nel senso di Luca, direttore sportivo della Vini Zabù Brado. Quest’ultimo sponsor pare abbia scelto il ciclismo ispirandosi a lui. E’ un tecnico all’antica, di quelli che dicono pane al pane e vino al vino: siccome non gli bastano, dice anche tagliatella alla tagliatella e costata alla costata. E’ talmente ascoltato dalla squadra che una volta uno dei suoi atleti, sentendolo ordinare di buttare giù il 15, è andato a cercare l’avversario con quel numero e l’ha spedito nel fosso. Non scende mai a compromessi, anche se a volte scende dall’ammiraglia con le braghe abbassate: gli è successo in corsa, rischiando la multa non per oltraggio al pudore, ma per aver detto alla giuria ‘guidavo senza la cintura’. E’ anche un tecnico moderno: fuori dalla corsa, più che una vita sociale ha una vita social. Fa un uso tale del cellulare da aver invertito i ruoli: sono i suoi atleti a dirgli di spegnerlo. Come i nati sotto il segno dell’Acquario, è simpatico ascendente esibizionista, ma anche irascibile tendenza esagerato, come sull’Etna, quando ha scagliato in terra la borraccia dopo che il giudice gli ha vietato di darla a un corridore: il giorno dopo, quando una transenna ha steso due atleti della squadra, per evitare reazioni spiacevoli i meccanici lo hanno legato e imbavagliato come Hannibal. E’ anche un tecnico attento: sentendo Nibali dichiarare che ‘questo Giro si può sbloccare con un’azione a sorpresa’, in albergo ha tirato fuori una tromba da stadio, suonandola all’improvviso nelle orecchie dei suoi corridori. E’ stato già ribattezzato ‘Il Tromba’: non nel senso che intende lui. Sconcerto fra gli altri ospiti dell’hotel: non si aspettavano che ci fosse tanta goliardia in una squadra di Visconti.
V come virus. Nel senso di Covid 19. Invisibile compagno di viaggio nella prima settimana del Giro, ne è diventato protagonista appena uscito allo scoperto: dopo aver lasciato sfogare tombini, borracce e transenne, ha preso in mano la gara, mettendo subito fuorigioco uomini di prestigio. Non guarda in faccia a nessuno, ciclisti e staff, spedendo a casa squadre intere. Per controllarlo, il metodo migliore restano i tamponi: qualcuno ha capito male e prova a fare i test con i lamponi. C’è anche chi si è spinto più in là, affidando la propria salute agli zamponi. In vista delle montagne, non è escluso che qualcuno si attrezzi con i ramponi. Ha cambiato molte abitudini, specialmente ai giornalisti: servendosi della birus, scrivono articoli normali e non elzevirus, evitando toni tali da incattivirus, per non rischiare il deferimento ai probivirus. E’ un atteggiamento che si augurano possa servirus. Come servirà resistere anche al Covid di qui a Milano: chi ci riuscirà arrivando in rosa passerà alla storia, diventando il primo vincitore del coronaGirus.