C come Covid. Nel senso di virus. Il rivale più temibile di chi vuol vincere questo Giro: per entrare nell’albo d’oro, bisogna battere anche lui. Pur non figurando tra i favoriti, si avvale di una forza speciale: può far perdere chiunque. Condiziona la corsa: già l’ha fatta spostare dalla primavera all’autunno, ora può decidere se farla arrivare o meno a destinazione. Condiziona le tattiche: per contenerlo, la più efficace non è esporsi, ma restare il più possibile protetti. Condiziona i comportamenti: meglio evitare di provocarlo, perché è vendicativo (per informazioni, chiedere a Boris Johnson, Flavio Briatore e adesso a Donald Trump), piuttosto è preferibile scansarlo, lavandosene le mani. Condiziona lo spirito di gruppo: per via del distanziamento, ci sono atleti che vestono la stessa divisa pur non conoscendosi. E’ l’unico che va oltre i regolamenti, compresi quelli antidoping: in caso di positività, non si ferma. Condiziona persino la composizione delle squadre: non gli piaceva come era strutturata l’Astana, così le ha fatto sostituire un paio di corridori che già si erano presentati in Sicilia. Forse per questo la Uae ha deciso di non portare al Giro uno dei suoi talenti emergenti, il piemontese Alessandro Covi: che razza di scompiglio si sarebbe creato il giorno in cui radio corsa avesse annunciato un attacco di Covi?
M come mistero. Nel senso di occulto, di evento inspiegabile. Se ne registrano anche al Giro, dove è ancora senza risposta una domanda: come è possibile che a molti degli atleti al via sia permesso di correrlo? Quanto a chi lo racconta in tv, si entra nel campo del soprannaturale. Di misteri ne sbucano ovunque: sulla Gazzetta della vigilia, ad esempio, il dorsale 1 viene attribuito sia al francese Gallopin, ex maglia gialla al Tour, che al suo compagno Bidard, il primo della squadra in ordine alfabetico, anche se c’è il fondato dubbio che nessuno dei due riesca a rivelarsi davvero degno del numero che indossa. Ma il vero mistero è scoprire chi ha ideato la maglia della Ef, una sorta di test psichiatrico con sopra disegnata un’anatra dalle vaghe sembianze del più noto Paperino. Ef sta per Education First, organizzazione svedese nata per diffondere nel mondo l’insegnamento dell’inglese. Significa precedenza all’educazione linguistica: quella artistica, può attendere.
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