Tutti i 176 corridori del Giro d'Italia, che si sono sottoposti negli ultimi due giorni a un test antigenico, in grado di rilevare la presenza del Covid-19 in tempi rapidissimi. Le polemiche su questo tipo di test naturalmente sono già scattate su alcuni organi di stampa, ma l’Unione ciclistica internazionale ha sottolineano che questo tipo di test viene fatto nel pieno rispetto del protocollo italiano che lo ha convalidato e non seguendo regole internazionali comuni.
Va detto che per quanto riguarda i regolamenti internazionali non esiste una normativa unificata e anche i reagenti, utilizzati per fare il test PCR ovvero i tamponi, non sono uguali in tutti i Paesi. Inoltre i test per rintracciare il virus nel sangue variano da nazione a nazione e anche l’attendibilità, in caso di positività, non è sempre la stessa.
Nel caso dei test utilizzati al Giro d’Italia, se dovesse esserci un risultato positivo si passerà immediatamente ad un test classico, che richiede però un periodo più lungo di attesa per avere il risultato. Lo stesso Mauro Vegni, direttore della corsa rosa, ha spiegato che in caso di positività la persona in questione sarà stata isolata nell’attesa di un secondo test e che ulteriori test saranno effettuati anche sull’intera squadra. Il controllo con antigenici verrà ripetuto anche durante i due giorni di riposo della manifestazione previsti per il 12 e 19 ottobre.
Se il campione del test antigenico viene prelevato dalle narici, come per i test RT-PCR, non servono analisi di laboratorio e questo consente di avere risultati più rapidi e, in caso di necessità, si può procedere al test tradizionale. Un'ulteriore risposta alle polemiche arriva poi dalla Francia dove l'Alta Autorità per la Salute (HAS) ha recentemente dato il via libera ai test antigenici identici a quelli italiani, il cui principio è identificare le proteine del virus. Questo proprio perché, un caso positivo rilevato in tempi brevi, consente di adottare più rapidamente misure per ridurre il rischio di infettare altre persone. A dare conferma dell’adozione in Francia dei test antigenici è stato lo stesso professor Dominique Le Guludec, presidente del HAS.
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