La maglia gialla era il suo sogno da bambino. Ma lui, Tadej Pogacar, bambino lo era davvero fino a pochi anni fa e da oggi è diventato il più giovane vincitore del Tour de France dalla fine della guerra.
Pogacar è stato autore di una cronometro straordinaria tra Lure e La Planche des Belles Filles. “Non so cosa dire. Non so come ho fatto, sono molto orgoglioso della mia squadra, hanno fatto un grande sforzo in questo Tour de France. Prendere la maglia gialla proprio l’ultimo giorno è un sogno. Sono molto, molto orgoglioso di ciò che abbiamo ottenuto“.
Sulla carta Pogacar non era favorito, la giovane età, l’inesperienza e il non poter contare su una squadra forte come la Jumbo Visma, non lasciavano spazio a sogni di gloria. Ma lui ha ribaltato ogni pronostico, vincendo il giorno prima della fine del Tour. “È stato un lavoro di squadra, abbiamo fatto tutte le ricognizioni insieme. Conoscevo ogni curva, ogni tornante, ogni metro di questa strada. Sapevo dove accelerare e dove prendere respiro. Voglio veramente congratularmi con tutta la mia squadra, i miei direttori sportivi, i miei meccanici e i miei compagni di squadra”.
La folla con il pubblico in delirio sono stati la colonna sonora del giovane sloveno. Ogni metro c’era la folla che lo incitava e solo quello lo ha spinto ad andare.
“Ho ascoltato la radio solo fino ai piedi della salita, ma poi il rumore del pubblico era talmente forte, che non ho sentito più niente. Ho continuato a pedalare e a pedalare, solo questo potevo fare”.
La vera differenza tra Pogacar e Roglic l’ha fatta la salita, dove il giovane dell’UAE ha sconfitto il suo avversario, conquistando la maglia gialla. “Conoscevo molto bene la salita finale e ho dato il massimo. Questo è il sogno della mia infanzia. Da bambino sognavo di poter correre un giorno al Tour e io non l’ho solo corso, l’ho appena vinto ed è incredibile”.
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