Caro Mario,
è da settimane che seguo con interesse i tuoi interventi video e ieri ho visto che su un argomento a me caro e chiaramente emergenziale in un momento come questo per il ciclismo, mi hai anche chiamato in causa. Lo hai fatto con garbo e intelligenza, dissentendo su quanto avevo scritto a caldo nelle mie pagelle dopo il Lombardia. Non ti è piaciuto il passo nel quale scrivo che è probabile che «sotto la pressione di Vincenzo, Remco ha perso lucidità e ha sbagliato una curva», cosa che per altro continuo a pensare. Però aggiungo anche che gli organizzatori «qualche riflessione in merito debbano farla. Già il ciclismo viene considerato uno sport “ingombrante”, se passa anche il concetto di sport che porta “rogne” siamo a posto».
Il titolo di quelle pagelle poi era piuttosto emblematico: «Jakob indomabile, Remco indistruttibile, ma non sfidiamo la sorte», come a dire facciamo qualcosa, non si può andare avanti in questo modo. Troppo leggero? Forse. Per questa ragione colgo la palla al balzo e il tuo invito ad una riflessione in tema di sicurezza nelle corse. Appello più che sacrosanto.
Resto dell’avviso che la discesa della Colma di Sormano meriti una riflessione. Come giustamente hai ricordato tu nel tuo intervento che noi rilanciamo, troppi sono stati in questi anni gli incidenti. Troppi ragazzi ci hanno rimesso le ossa. Poche segnalazioni? Lo credo anch’io. Pochi addetti alla sicurezza? Francamente non saprei, ma è per questo che Rcs Sport è bene che si guardi allo specchio. Ma non solo lei, anche i team manager, i corridori, i componenti della fantomatica Commisione Tecnica che fino a ieri non hanno proferito verbo.
Sono passati anni e cadute su cadute e ognuno in questo caso ha le proprie colpe e responsabilità. Guai andare a disturbare il manovratore (l’Uci è quella che mette sotto accusa Rcs Sport ma non muove dito per gli amici del Giro di Polonia dopo la rovinosa caduta di Fabio Jakobsen).
Insomma, su questo tratto di strada in discesa, molto tecnico e pericoloso, qualcosa pur bisognerà pensare. Toglierlo? Metterlo in sicurezza? Non sta a me dirlo, ma è chiaro che bisogna parlarne. Qualcosa va fatto.
Però, caro Mario, resto convinto che il punto più basso in materia di sicurezza Rcs Sport l’abbia toccato con la vettura sul percorso in piena corsa, a pochi chilometri dal traguardo, con un atleta che stava lottando per il 7° posto o forse anche per qualcosa di meglio. Lì c’è poco da dire e molto da fare. Altro che andare in tivù a dire che va tutto bene madamaelamarchesa, con due fratturati sul cuore.
Insomma Mario, ne ho approfittato per allargare il dibattito, per mettermi in questo caso a ruota, anche se certe cose le ho scritte in modo diretto e sincero immediatamente. Avrei forse dovuto insultare, dare del criminale agli organizzatori? Non è nel mio stile, o almeno cerco di non farlo. Però mi sento di dire che se per la signora che con la sua macchinuccia entra noncurante sul percorso di gara la responsabilità è solo e soltanto degli organizzatori, per quella dannata discesa la responsabilità è di molti, anche delle squadre, dei corridori e della Commissione Tecnica che avrebbero dovuto e potuto farsi sentire qualche anno fa, esattamente come tu hai giustamente ricordato. Troppi gli incidenti, ma anche troppi i silenzi. Troppi.
Con amicizia
Pier Augusto
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