Per Valerio Agnoli quello per il ciclismo è un amore viscerale. Rimasto senza contratto al termine del 2019 dopo aver trascorso le ultime tre stagioni alla Bahrain-Merida, il ciociaro non ha voluto appendere la bicicletta al chiodo e, nonostante le 35 candeline spente a gennaio, è ancora alla ricerca di un team che possa permettergli di concludere degnamente una carriera lunga 16 stagioni.
«Non ho mai ufficializzato il mio ritiro e continuo a cullare la speranza di tornare in gruppo - ammette Agnoli a tuttobiciweb -. Chiaro che più si va avanti più diventa difficile trovare un contratto, ma vorrei veramente terminare il mio percorso in maniera diversa. Questi mesi di stop forzato, se vogliamo, non hanno aumentato il gap con gli altri atleti, visto che anche loro alla fine non hanno potuto gareggiare. Io sto continuando ad allenarmi, sperando che qualcosa possa succedere».
Una vita passata al servizio dei suoi capitani e spiccate doti di uomo-squadra, con una sola vittoria da professionista (8a tappa del Tour of Qinghai Lake 2005, quando aveva appena 20 anni), e forse proprio per questo ricordata con affetto da tanti appassionati. «Non voglio rubare il posto a nessuno, a maggior ragione dopo un periodo così complicato che ha messo in difficoltà corridori e squadre - continua il nativo di Alatri, in questo periodo impegnato come testimonial nella promozione della Ciociaria -. Però se ci fosse un posticino per me lo accetterei volentieri». In ogni caso, la sua intenzione è quella di rimanere a stretto contatto con il suo mondo: «Non riesco ad immaginarmi fuori dal ciclismo. Mi ha dato tutto. Ho superato il corso per diventare direttore sportivo. Quindi se non dovessi tornare a correre spero almeno di salire in ammiraglia e mettere a disposizione la mia esperienza».
Nel frattempo ci avviciniamo all'inizio di questa stagione sprint, con tante incognite e tanta curiosità: «Ci saranno delle sorprese, anche se nel ciclismo le sorprese ci sono sempre - ammette ancora Agnoli -. Il livello sarà altissimo ma non è che in una stagione normale non lo sia. Ormai le preparazioni sono calcolate al millesimo e a gennaio si è già in buona forma».
Tra i grandi protagonisti ci sarà ancora una volta Vincenzo Nibali, capitano e amico di Agnoli, con il quale ha condiviso 12 anni di carriera tra Liquigas, Astana e Bahrain: «Vincenzo lo definisco sempre il "Maradona del ciclismo". La sua forza sono la spensieratezza e, se vogliamo, un pizzico di ingenuità. Sono sicuro che anche quest'anno andrà fortissimo».