Il ritorno in Europa: è questo il grande obiettivo dei corridori che vivono fuori dalla UE, in particolare quelli che risiedono nel continente americano. Il blocco dei voli sta mettendo in serio pericolo la stagione di alcuni campioni: se la Colombia ha organizzato un volo charter che andrà da Bogotà a Madrid il prossimo 19 novembre, infatti, c'è chi è ancora lontano dal trovare una soluzione al problema.
È il caso, per esempio, dell'ecuadoriamo Richard Carapaz del Team Ineos, vincitore dell'ultimo Giro d'Italia, che è alle prese con la chiusura dele frontiere del suo Paese. Come fare ad arrivare in Europa? In una intervista concessa al quotisiano El Comercio, Carapaz spega di essere al lavoro per ottenere un salvacondotto che gli consenta di superare il confine del ponte di Rumichaca e approdare così in Colombia per salire sullo stesso volo di tutti i suoi colleghi, salvacondotto reso necessario dal fatto che i confini dell'Ecuador e della Colombia sono chiusi. «E sono pronto anche a fare in bicicletta i 982,6 che mi separano da Bogotà» dice...
Ovviamente la Federazione ecuadoriana si sta adoperando per Carapaz e gli altri ciclisti professionisti del Paese (Jhonatan Narváez, Jonathan Caicedo, Jefferson Cepeda e Alexander Cepeda) che devono tornare in Europa, ma la situazione non sembra di semplice soluzione. Per la cronaca, ricordiamo che carapaz ha fissato il suo esordio alla Vuelta Burgos a fine luglio per disputare poi Giro di Polonia, Tirreno-Adriatico, Mondiale e Giro d'Italia.
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