6 GIUGNO, 41 ANNI FA LA PRIMA IMPRESA ROSA DI BEPPE SARONNI

STORIA | 06/06/2020 | 07:35
di Alessandro Brambilla

Sei giugno, dolce sei giugno. Giuseppe Saronni oggi sei giugno 2020 ha buoni motivi per brindare: sono trascorsi esattamente 41 anni dal suo primo trionfo in classifica generale al Giro d’Italia. Lo straordinario campione nel 1979 al Giro vinse maglia rosa e anche quella ciclamino da leader a punti, oltre a tre bellissime tappe.


Il sei giugno 1979 Saronni griffato Scic-Bottecchia s’impose nella cronometro conclusiva da Cesano Maderno a Milano, 44 chilometri pianeggianti, precedendo di 15” Roberto Visentini e di 21” il grande rivale Francesco Moser.


«La vittoria nella crono di  Milano – sottolinea Beppe, che è nato a Novara, in Piemonte, il 22 settembre 1957 ma ha sempre avuto residenza in Lombardia – è stata la ciliegina sulla torta di un Giro per me magnifico, che ho finito in crescendo. Avrei potuto correre per altre due settimane, stavo benissimo. Patron Torriani ha disegnato un Giro su misura per Moser, con 5 giornate di sfide a cronometro delle 20 complessive. Invece l’ho vinto io e la differenza con Moser l’ho fatta proprio a cronometro, e ciò mi entusiasma ancora da matti».

Beppe non ha perso l’abitudine di punzecchiare lo storico avversario: «Per Francesco è stato uno smacco perdere così». Il Giro ’79 cominciò col cronoprologo di Firenze del 17 maggio, otto chilometri in apnea con Moser vincitore, Saronni secondo a 3”, Knudsen terzo a 6”. «A Firenze – aggiunge Beppe – già quasi battevo Francesco». Moser seppur infastidito dalla congiuntivite trionfò evidenziando enorme vigore atletico nella crono Caserta-Napoli, 31 chilometri, del 20 maggio. Non fu una disfatta per gli avversari, con Knudsen secondo a 24” e Saronni terzo a 26”. «Da Caserta in avanti sono stato più bravo io», afferma Beppe.

Infatti il 22  maggio Beppe vinse in volata a Vieste, e poi il 25 la cronometro Rimini – San Marino, 28 chilometri, spodestando Moser dal vertice della classifica. Due giorni dopo nella crono Lerici-Portovenere di 25 chilometri Knudsen trionfò con 26” sulla maglia rosa Saronni e 40” su Visentini. «Nelle successive tappe in linea – continua Saronni – mi sono gestito». Alla vigilia della crono finale Beppe era maglia rosa con 1’48” su Moser, pertanto non un margine enorme. «Per non correre rischi ci voleva una grande prestazione nella crono in Brianza»,  osserva Beppe. Le ruote lenticolari non esistevano ancora (le lanciò Moser nei records in Messico del gennaio 1984), e i telai avevano geometrie tradizionali. Nella crono conclusiva il capitano della Scic-Bottecchia utilizzò ruote da 28 raggi e come rapporto massimo il 54 per 13. «Il dodici non lo usavamo ancora, io normalmente avevo il 53 per 13 come rapporto più lungo da gare in linea, e a cronometro facevo montare la moltiplica del 54. La spingevo con pedivelle da 170,5 in quanto non sono altissimo di statura, non mi convenivano quelle da 172, 5 oppure 175 utilizzate da passisti con lunghi arti inferiori». Senza lenticolari e con una scala di rapporti ancora umana Saronni vinse a 49, 827 di media: praticamente stabilì un record dell’ora. Il Giro 1979 fu l’ultimo con epilogo all’Arena Napoleonica. Saronni entrò a Milano ad andatura elevata, accelerando costantemente in via Scarampo e negli altri viali della zona Fiera. «Esprime una potenza sproporzionata alla sua mole», scrisse il cantore Bruno Raschi. Nella classifica finale del Giro si classificò secondo Moser a 2’09” e terzo Bert Johansson a 5’13”.

Nel Giro d’Italia 1980, sempre il 6 giugno, Beppe si aggiudicò la  cronoindividuale di 50,400 chilometri da Saronno a Turbigo; era la penultima tappa. Saronni in quell’edizione ne vinse sette e la classifica a punti. Il Giro ’80 se l’aggiudicò Bernard Hinault. «Prima del Giro d’Italia – spiega Saronni, nel 1980 in maglia Gis Gelati- avevo partecipato allo “Svizzera Romanda” dominato da Hinault, rendendomi contro che il bretone sarebbe stato imbattibile al Giro d’Italia. E così al Giro ho puntato alle vittorie di tappa senza far mancare aiuto al mio coequipier Miro Panizza che per 6 giorni ha indossato la maglia rosa e in classifica generale ha chiuso secondo».

Il giorno prima della Saronno – Turbigo ci fu la Cles – Sondrio col passaggio sullo Stelvio. «Nel tappone mi ero risparmiato – ammette Beppe – poiché volevo vincere la Saronno – Turbigo. Io sono cittadino di Buscate e Parabiago, da Saronno a Turbigo conosco anche i buchi sulle strade».

Nella penultima tappa dell’edizione 1980 pedalò su un telaio con tubi Columbus da 4 decimi di spessore minimo e massimo 9. Era una bici Colnago Mexico quella con cui Saronni riuscì a battere grandi specialisti: secondo si classificò Braun, a 40”, terzo Knudsen a 43”. Media del vincitore 47, 974: «Inferiore rispetto alla crono finale dell’anno prima poiché all’inizio sui vialoni tra Saronno e Lainate potevo spingere il 54 per 13, ma negli ultimi 10 chilometri, nei paesi limitrofi a Turbigo c’erano tante curve». Il giorno dopo Gavazzi s’impose a Milano nell’ultima tappa. Al Giro ‘80 con sette successi di tappa Saronni eguagliò De Vlaeminck che aveva centrato il settebello nel 1975. Il record assoluto di Alfredo Binda, 12 successi in una sola edizione, è inattaccabile. Nell’era moderna solo Alex Petacchi ha battuto De Vlaeminck e Saronni: lo spezzino nel 2004 ha vinto 9 tappe. «Petacchi – incalza Saronni – è un grande corridore però il mio record personale vale di più: lui ne ha vinte 9 da velocista con la squadra Fassa Bortolo esclusivamente al suo servizio, io sette nell’80 compresa una cronometro e le prestazioni da gregario a Panizza».

In tema di “magico 6 giugno”, nel 1982 Bernard Hinault si è aggiudicato la crono conclusiva Pinerolo-Torino, oltre a vincere in classifica generale finale. Invece il 6 giugno 1990 la corsa rosa è finita a Milano con un veloce circuito e Re Leone Mario Cipollini ha alzato vittoriosamente le braccia in Piazza del Cannone, precedendo allo sprint Baffi e Strazzer. Quello del 1990 è il Giro dello strepitoso trionfo finale di Gianni Bugno, in rosa dall’inizio alle fine. Il monzese era vessillifero Chateau d’Ax con bici Moser e nel primo Giro con epilogo in Piazza del Cannone, zona Castello Sforzesco, ha conquistato altresì la maglia ciclamino; a Claudio Chiappucci è  andata quella verde da re degli scalatori. Nel 1990 si è visto il Bugno migliore della storia: è l’unico corridore che ha saputo vincere nella medesima annata un grande Giro a tappe e la classifica di Coppa del Mondo.

Il circuito di Milano è stato spettacolare però la vera lotta per la classifica generale è finita 24 ore prima con la cronoindividuale di 39 chilometri Gallarate-Sacro Monte di Varese vinta da Bugno con 1’20” su Lejarreta. Nel Giro ’90 Bugno si è imposto anche nelle tappe di Bari (cronometro d’avvio, 13 chilometri) e Vallombrosa.  Gianni nello storico 6 giugno ’90 ha festeggiato in una Milano dall’atmosfera speciale: due giorni dopo allo stadio di San Siro è iniziato il Mondiale di calcio col Camerun che ha battuto l’Argentina 1-0 grazie al gol di Omam Biyik.

 

Copyright © TBW
COMMENTI
Hai dimenticato i tuoi dati, clicca qui.
Se non sei registrato clicca qui.
TBRADIO

00:00
00:00
Una partnership nata quest’anno, destinata a rinnovarsi nei prossimi 2 anni: Fineco, la banca che semplifica la banca, ha deciso di rafforzare il proprio rapporto col Team Polti Kometa, Team Polti VisitMalta dal 2025. La comunanza valoriale imperniata su tre pilastri, ovvero impegno, sostenibilità e rispetto,...


Rik Van Looy è morto all'età di 90 anni. L'ex ciclista era stato male nelle ultime settimane e le sue condizioni negli ultimi giorni sono rapidamente peggiorate. Il campione belga, secondo quanto scrive Le Soir, si è spento nella notte...


Nel 2015 l'incredibile vittoria nella Vuelta a España, un bel punto esclamativo nel pieno della carriera. Poi il ritiro giovanissimo, a 31 anni, dopo il calvario dovuto alla costrizione dell'arteria iliaca della gamba sinistra, un problema che ti fa «andare...


È uno dei volti nuovi in casa UAE Team ADQ, una delle sei atlete italiane che compongono la rosa World Tour della formazione emiratina per la stagione 2025. Greta Marturano è impaziente di iniziare l’avventura con la nuova maglia e,...


GreenEDGE Cycling e MAAP, il marchio di abbigliamento da ciclismo ad alte prestazioni di Melbourne, in Australia, hanno annunciato oggi una partnership pluriennale, portando MAAP all'UCI WorldTour come fornitore tecnico ufficiale del Team Jayco AlUla, Liv AlUla Jayco e Liv...


Parigi-Tours del 1970. Chilometri 286, più i chilometri dalla partenza ufficiosa a quella ufficiale, totale chilometri – più o meno – 300. Dopo 200, sfinito, Angelo Bassini ne ha abbastanza. Cede, molla, rallenta. Cerca il camion-scopa e lo trova. Ma...


Importante onorificenza per Sergio Gianoli. Il Past Governatore del Distretto Rotary 2042 Giuseppe Del Bene  e il presidente del Rotary Club Varese Ceresio Roberto Ballardini hanno assegnato al giornalista dedito al ciclismo il Paul Harris Fellow, la più alta onorificenza...


Oggigiorno diviene essenziale pensare alla propria incolumità quando si scende in strada a pedalare e l’esperienza ci insegna che le precauzioni non sono mai troppe. Detto questo, se è vero che occorre indossare un buon casco è altrettanto vero che occorre rendersi...


Sarà la 28sima edizione del Ciclocross della Vigilia-Ciao Giò, una della più prestigiose manifestazioni regionali del settore, a tenere a battesimo il Trofeo Lucio Cantù in ricordo dell'ex giudice di gara scomparso lo scorso mese di ottobre. Martedì 24 dicembre,...


L’Associazione ex Ciclisti della Provincia di Treviso, presieduta da Germano Bisigato, il 5 gennaio dà appuntamento al tempio del ciclista a Calderba di Ponte di Piave per celebrare il 65° anniversario della scomparsa di Fausto Coppi e dei campioni del...


TBRADIO

-

00:00
00:00





DIGITAL EDITION
Prima Pagina Edizioni s.r.l. - Via Inama 7 - 20133 Milano - P.I. 11980460155




Editoriale Rapporti & Relazioni Gatti & Misfatti I Dubbi Scripta Manent Fisco così per Sport L'Ora del Pasto Le Storie del Figio ZEROSBATTI Capitani Coraggiosi La Vuelta 2024