Per Simone Griggion è ora di invertire la rotta. Nelle stagioni precedenti, fino all'anno scorso, l'ultimo trascorso con gli allievi in maglia Termopiave Valcavasia, società di Cavaso del Tomba nel Trevigiano, il giovane veneto non aveva mai vinto: «Nel 2019 finalmente sono riuscito a sbloccarmi, e per di più indossando la maglia tricolore. L'anno prima, invece, quando sono passato tra gli allievi, quella stagione l'ho trascorsa solo ad imparare, a crescere, e a capire come muovermi in gruppo. Il salto di qualità poi si è visto, e ora sono pronto a ripartire con maggiore determinazione e nuovi stimoli».
Griggion si è dunque lasciato alle spalle un'annata di buoni risultati: a Treviglio, nella Bergamasca, si è laureato campione italiano a cronometro a squadre, con Bonetto, Vardanega e Vendramini. E' giunto secondo a Ciano del Montello e a Manzano, in Friuli, terzo nella Coppa Liberazione a Borgo San Lorenzo, in Toscana, quinto a San Vendemiano, settimo a "La Bolghera" di Trento, ed è finito nella top-ten del Trofeo Villaggio San Pio X a Cesano Maderno, l'ultima prova dell'Oscar tuttoBICI. Per Griggion possiamo dire che il 2019 sia stato il primo anno da protagonista: il suo rendimento, infatti, è cresciuto e non ha avuto intoppi.
Classe 2003, diciasette anni compiuti a gennaio, trevigiano di Asolo, il paese di Leonardo Basso professionista nel Team Ineos e dell'ex Oscar Dalla Costa, Simone si è avvicinato al ciclismo grazie al nonno cicloamatore Valerio, e al padre Edi (ex dilettante) che oggi fa il metalmeccanico presso la ditta Steelco di Spineda. Mamma Michela invece, è addetta ai servizi sanitaria presso l'Istituto Maria Ausiliatrice di Vicenza, mentre il fratello maggiore Mattia, che ha corso fino agli juniores, si sta per diplomare in agraria. Passista scalatore che si difende bene nelle volate a ranghi ridotti, Griggion è alto 178 centimetri per un peso di 62, e studia informatica all'Istituto Tecnico "Luigi Einaudi" di Montebelluna. Debutta quest'anno tra gli juniores con la nuova divisa dell'Unione Ciclistica Giorgione sodalizio di Castelfranco Veneto presieduto da Leopoldo Fogale, e diretto da Giuseppe Parolisi.
Cosa ne pensi del momento del ciclismo italiano?
«E' indubbio che la tecnologia ha cambiato e migliorato il nostro il ciclismo».
A quale età hai cominciato a correre?
«A 7 anni per l'UC Asolana, avevo una bicicletta Vicini bianca e celeste».
Il più forte corridore di tutti i tempi?
«Marco Pantani, per il suo modo di vincere».
Quale altro sport ti piacerebbe praticare?
«Le corse sui Go Kart, amo la velocità».
I tuoi peggiori difetti?
«Sono timido e un pò testardo».
Il tuo modello di corridore?
«Vincenzo Nibali».
Cosa leggi preferibilmente?
«Non sono amante della lettura».
Cosa apprezzi di più in una donna?
«Il carattere e il comportamento».
Cosa cambieresti nel ciclismo di oggi?
«Nulla, va bene così».
Piatto preferito?
«Pizza».
Attrice o attore preferito?
«Jennifer Aniston».
Chi è il tuo collega più simpatico?
«Ho molte simpatie e un buon feeling con Samuele Bonetto».
Sei religioso?
«Sì, abbastanza».
Paese preferito?
«Forever Italy».
Cosa vorresti che si dicesse di te in particolare?
«Che sono un tipo determinato».
Hobby?
«Videogiochi».
La gara che vorresti vincere?
«Una tappa del Giro d'Italia».
Ti senti in debito con qualcuno in particolare?
«No».
Quale sarà il tuo obiettivo al rientro nelle gare?
«Fare esperienza e ottenere qualche risultato di spicco».
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