
"Vent'anni fa moriva Gino Bartali. Era il 5 maggio del 2000. Tanto si è scritto su questo campione: il Tour del '48, la rivalità con Coppi, il carattere, la forza, la passione, il Pio, "il bene si fa ma non si dice". Difficile, quindi, disegnare un profilo originale, soprattutto per un personaggio che ha attraversato il 'secolo breve' e lasciato parlare di sé fino anche dopo la sua scomparsa, quando è stata rivelata al mondo la sua attività nella rete clandestina per sottrarre gli ebrei alla deportazione".
La Federciclismo ricorda così in una nota Gino Bartali a 20 anni dalla sua scomparsa. "Chi scrive non ha vissuto l'epoca classica del ciclismo italiano, quella per intenderci di Coppi e Bartali, se non attraverso il racconti dei genitori e dei nonni. La tradizione orale tramanda cose che spesso, poi, si perdono sui libri di storia - sottolinea la Fci - Ci sono due 'record' di Gino Bartali che sovente non vengono ricordati. Non sono cose da poco, perché aiutano a definire meglio i contorni di una figura che, di diritto, è entrata nella leggenda di questo sport". Il primo "riguarda un campionato del mondo che non ha mia vinto. Gli annali ricordano quello disastroso del 1948 di Valkenburg nel quale lui e Coppi, tra i favoriti, si annullarono a vicenda e si ritirarono entrambi. Il suo miglior mondiale fu quello del 1936 a Berna, settimo, migliore degli azzurri ma su solo nove ciclisti che conclusero la gara. A noi, che di Bartali abbiamo sentito raccontare (e letto) la grandezza, questa storia del mondiale mai vinto sembra disegni la forza di Ginettaccio. Perché, per parafrasare quanto è spesso stato detto della Roubaix, non è un Mondiale che manca a Bartali, ma un Bartali che manca al Mondiale. L'albo d'oro della corsa iridata (con tutto il rispetto per chi l'ha vinta) è irrimediabilmente orfano dell'Uomo di ferro", mentre "l'altro record è ancora più significativo. La prima volta che ci è stato raccontato di Bartali ci fu detto: 'Ha vinto due Tour de France, a distanza di 10 anni, con la guerra mondiale di mezzo. Se non ci fosse stata la guerra chissà quanti ne avrebbe vinti...'"
Se scorriamo tutte le statistiche della corsa francese, troveremo che questo record è uno dei pochi ottenuto da un solo corridore. Nessuno nella storia di questo sport ha vinto la corsa francese a distanza di 10 anni. Nessuno tranne Bartali. L'ha fatto a 24 e poi 34 anni. Nel mezzo una guerra, la rivalità con Fausto Coppi, la sua attività per salvare le famiglie ebree dalla deportazione, la difficile ricostruzione, lo scontro tra i due blocchi politici nel quale lui stesso fu in qualche modo protagonista - osserva la Federciclismo nel ricordo firmato da Antonio Ungaro - Vincere due volte il Tour non è cosa facile; farlo a 34 anni neanche; dopo una guerra ancora meno; a dieci anni di distanza dalla prima volta ci sembra una cosa lontana da ogni capacità, non solo per la maggior parte degli uomini, ma anche per tanti campioni del ciclismo. Tranne che per Gino Bartali, l'uomo di ferro che spianava le montagne"
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