Don Camillo teneva a Coppi; Peppone a Bartali. Don Camillo sosteneva che Bartali, a Coppi, avrebbe dato un’ora di distacco; Peppone giurava che Coppi, Bartali, se lo sarebbe mangiato vivo. Don Camillo, affettuosamente, diceva “il mio Coppi”; Peppone, appassionatamente, urlava “Ginaccio” e sentenziava “Bartali è un cammello! E chi crede in Bartali è una zucca piena di semi di girasole!”.
Giovanni Guareschi divise Don Camillo e Peppone, nel loro “Mondo Piccolo”, anche nel ciclismo. E forse per stupire, schierò a sorpresa il parroco dalla parte del laico (e più tardi addirittura scandaloso) Coppi e il sindaco comunista dalla parte del pio Bartali. Così, quando il Giro d’Italia passò a 40 chilometri dalle loro case, per vedere chi dei due sarebbe passato primo davanti ai loro occhi, Peppone caricò Don Camillo su un camion e insieme – mentre i compagni di Peppone cantavano “Bandiera rossa” - raggiunsero il luogo del passaggio dei corridori.
Pubblicato per la prima volta sul “Candido” del 14 giugno 1947, il racconto “Passa il Giro” è stato trasformato nella graphic novel “Don Camillo a fumetti" (3 - Passa il Giro)”: sceneggiatura di Davide Barzi, disegno di Ennio Bufi, campiture nere e grigi di Andrea Dotta, editore ReNoir (128 pagine, 14 euro), inclusi altri 10 episodi, fra cui uno calcistico e un altro pugilistico. Bellissima la copertina.
Don Camillo era furbo, Peppone collerico. Don Camillo era in bianco e nero, Peppone, se non a colori, molto colorito, almeno a parole e smorfie. Don Camillo parlava direttamente con Gesù Cristo in croce, Peppone si confrontava con i suoi compagni di partito. Don Camillo provocava, Peppone ci cascava. Ma Don Camillo e Peppone, sotto sotto, proprio come Coppi e Bartali, si stimavano, si rispettavano, si volevano bene. Tant’è che, dopo aver assistito al passaggio dei corridori e minacciato di farsi il ritorno a piedi, Don Camillo accettò la proposta di Peppone per discutere di Coppi e Bartali, a tappe, nelle osterie.
Se Peppone stava dalla parte di Coppi, Coppi – lui, Fausto Coppi – stava dalla parte di Guareschi. Nel libro “Il nostro Coppi – il Campionissimo nel ricordo dei figli Marina e Fausto” (Fondazione Cassa di risparmio di Tortona), Marina ricordava come il padre, immobilizzato a letto dopo una caduta, “si rasserenava leggendo i libri del ‘Mondo piccolo’ di Guareschi... ‘L’ho sentito ridere’ diceva mia mamma quando papà riusciva a superare con la lettura la delusione per l’incidente”.
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