LA BICICLETTA? INCENTIVIAMOLA DAVVERO, FACCIAMOLO ADESSO

LETTERA APERTA | 24/04/2020 | 12:39
di Graziano Beltrami

Caro direttore, negli ultimi mesi ho approfittato un paio di volte delle tue pagine per esprimere alcune opinioni e mi ero ripromesso di non farlo più, mi permetto di farlo un’ultima volta con la preghiera di censurarmi in futuro se capiterà ancora.


La scintilla che mi ha dato il la a scriverti viene dalla bella intervista di oggi apparsa sulla Gazzetta al Presidente Federale, dalle cui parole si evince un sentimento di positività e grande voglia di ripartire con l’attività, speriamo non dilazionabile  oltre il 4 di Maggio, e dalla recente intervista del Ct della Nazionale che a sua volta cerca di spronare il movimento a riprendersi dopo questi mesi di buio. Mi soffermo però sul titolo della Rosea: LA BIKE ECONOMY VALE 11 MILIARDI, dopodiché si parla esclusivamente, come giusto che sia, di agonismo.


Ancora una volta si abbozza ad un discorso relativo alla bicicletta come mezzo di trasporto alternativo, da riscoprire, ma ci fermiamo li, non segue nessun suggerimento o proposta. Oggi diversi quotidiani parlano di parziale trasformazione di alcune arterie metropolitane in piste dedicate ai cicli e monopattini, evidenziano la possibilità che vengono elargiti contributi sia Statali che Regionali per l’utilizzo e l’acquisto di biciclette, ma mi chiedo: esiste un piano strategico a riguardo? Sinceramente non mi sembra, ma se si punta ad avere una serie di contributi a pioggia sull’acquisto di un mezzo ecologico, daremmo ossigeno al settore per qualche mese per ritornare poi alla solita “normalità”. Avremo biciclette acquistate con il contributo, ma utilizzate solo nel week-end “tanto se la uso per andare al lavoro dopo una settimana me la rubano”.

Utilizziamo invece almeno parte degli eventuali contributi soprattutto per la gestione globale del sistema Bike Economy, incentiviamo le aree di parcheggio custodite e contemporaneamente l’acquisto di abbonamenti annuali per l’utilizzo degli stessi. Alla fine di questo lockdown molte attività faticheranno ripartire, a trasformarle anche parzialmente in aree per il ricovero e parcheggio con assistenza delle biciclette potrebbe essere una piccola soluzione.

Cominciamo a renderci conto che spesso la bicicletta è un problema per il traffico veicolare e quindi luci o gemma posteriore obbligatoria ed accesa alla sera, casco obbligatorio per gli Under 14, catarifrangenti o sistemi di visualizzazione del rider, vogliamo inventarci, prendendo spunto da quelle dei caschi da Crono, una mascherina in plexiglass da applicare al casco? etc etc. Investiamo in sicurezza per chi pedala e per gli altri utenti della strada, utilizziamo questi danari anche per questo tipo di “strumentazione” in modo da ridurre le frizioni fra i vari utenti della strada.

Siamo in un momento in cui viene praticato dagli Enti preposti un controllo superiore al solito sulle regole del muoversi, noi stessi siamo più propensi a rispettare le regole imposte, se riusciamo a riversare queste pratiche nella vita di tutti giorni, in un prossimo futuro quello che oggi percepiamo come un fastidio sarà la normalità e contribuiremo a trasformare in modo radicale la cultura del muoversi. Forse avremo qualche braccio rotto in più ma sicuramente un notevole contributo alla diminuzione delle patologie figlie del nostro attuale stile di vita.

Il tuo è un mezzo di comunicazione principalmente rivolto all’agonismo, ma in queste settimane di lockdown spero avrai lo spazio e la voglia di portare avanti anche questo dibattito con chi ha più voce in capitolo a riguardo. Ti passo volentieri il testimone.

Un abbraccio

Graziano Beltrami

 

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COMMENTI
Cultura
24 aprile 2020 14:04 Manlio
Tutto giusto ma io credo che sia un problema più che altro culturale. Vedo e sento troppi che cosiderano i ciclisti solo degli ostacoli da cancellare dalle "loro" presunte strade.

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