«La Bike Economy vale oltre 11 miliardi di euro, e l’innesco sta nei 5-600 milioni che attraverso la Federazione e gli sponsor arrivano sul territorio. Ecco perché non c’è miglior scelta della bicicletta come mezzo per far ripartire l’Italia. E’ inimmaginabile non sfruttare questa opportunità, e sono molto felice che sia Colao sia Sala (responsabile Task Force e sindaco di Milano, ndr) l’abbiano sottolineato. La bici deve essere rimessa al centro, con tutti i suoi valori». Così esordisce il presidente federale che ha concesso oggi un’ampia intervista a La Gazzetta dello Sport.
Numero uno del ciclismo italiano da quattro mandati, numero due mondiale, snocciola numeri soddisfatto, lui che può contare 103mila tesserati, oltre 3000 società affiliate, 4238 gare organizzate nel 2019. «Siamo un modello che guarda all’esterno, al sociale, al turismo, al benessere. In Italia ci sono 2,5 milioni di praticanti, 5 milioni di appassionati, 1,2 milioni di persone che usano la bici per la mobilità urbana. Il cicloturismo assicura 77 milioni di presenze all’anno e 7,7 miliardi di valore».
Di cosa va più fiero? «Dello stop agli allenamenti, che avevo chiesto. I ciclisti hanno dimostrato grande serietà, e sono rimasti a casa. Gente che sa che cos’è il sacrificio. Quando l’ho incontrato, il ministro dello Sport, Spadafora, ha apprezzato molto il nostro atteggiamento. Andiamo verso la ripresa dal 4 maggio degli allenamenti delle categorie agonistiche, in maniera disciplinata e con protocolli sanitari di distanziamento. Al ministro l’ho detto chiaro: sono così sicuro della serietà dei miei tesserati che, se un’autorità pubblica sanzionerà un ciclista perché si comporta male, proporrò 15 giorni di stop alla ripresa dell’attività».
Si tornerà a correre? «Ho sempre avuto dubbi, e li ho ancora. Qualche giorno fa, Lappartient, presidente Uci, ci ha detto “se si corre, se si corre, se si corre”, la preoccupazione esiste. Belgio, Olanda e Germania hanno vietato le manifestazioni sino a fine agosto, e si dovrà trovare una nuova data per i loro campionati nazionali (22-23/8, ndr). In Francia sono preoccupati, e non c’è la certezza di poter riaprire a metà agosto. Non è escluso che il Giro del Delfinato sia a porte chiuse».
ARTICOLI CORRELATI
La bicicletta? Incentiviamola davvero, facciamolo adesso.