
Due glorie assolute dello sport piemontese, Fausto Coppi e Augusto Manzo, indiscussi Campionissimi nelle rispettive discipline, il ciclismo e la pallapugno (ma a quel tempo si chiamava pallone elastico), erano diventati amici quando entrambi erano all'apice della loro sfolgorante carriera. Lo testimoniano numerose foto degli anni '50 che li ritraggono insieme ad Alba, dove viveva "Gustu", e a Novi Ligure, nella villa del grande Fausto. In una di esse, scattata nel 1957, Elisabetta Manzo, la figlioletta del re del balon, stringe la mano a Fausto, infortunato dopo uno dei suoi tanti incidenti. E forse pochi sanno che Biagio Cavanna, il mitico massaggiatore cieco di Coppi, che di Campionissimi se ne intendeva, in più di un'occasione si era preso cura anche dei muscoli del più forte giocatore di balon di tutti i tempi.
L'ultimo incontro tra i due "giganti" avvenne a Montemagno nel settembre del 1959, quando entrambi avevano ormai inesorabilmente imboccato il viale del tramonto. Coppi aveva 40 anni, Manzo 48, ma entrambi erano ancora sulla breccia e più che mai nel cuore dei loro fedelissimi tifosi. La loro popolarità non conosceva confini. Non a caso Coppi venne invitato, come ospite d'onore, in occasione della festa del paese, "'l dì dla fera": arrivò a Montemagno al volante della sua Appia con la Dama Bianca, il piccolo Faustino e la "tata" e venne ricevuto con tutti gli onori dai maggiorenti del paese, Sindaco in testa. Poi, tutti a pranzo "dal Dulci", un semplicissimo caffè di paese che solo nelle grandi occasioni veniva adibito a ristorante, e che oggi non c'è più. La giornata di festa continuò allo sferisterio del paese, dove Coppi e la sua piccola corte, dopo i saluti e gli abbracci tra i due Campionissimi, assistettero alla sfida tra Augusto Manzo, il vecchio campione che non voleva abdicare, e Donato Feliciano, la giovane promessa del pallone elastico, disciplina che all'epoca era in voga a Montemagno almeno quanto il tamburello a muro, che poi prese il sopravvento e ancora lo conserva.
Quel giorno la "spalla" di Manzo era Beppe Corino, mentre Feliciano era affiancato nientemeno che dal sindaco di Montemagno, Arturo Ferraro, detto "il professore" perchè nel 1941 aveva conseguito la laurea Isef. Giocatore eclettico e sportivo a tutto tondo, Ferraro seppe farsi valere sia nel balon sia nel tambass e dopo la lunga parentesi agonistica diventò apprezzato arbitro federale, fino a guadagnarsi l'appellativo di "Lo Bello degli sferisteri". Per la cronaca, vinsero per 11 giochi a 9 Manzo e Corino. Ma al termine della sfida fecero festa anche i battuti e tutti gli spettatori, perchè per Montemagno quella fu una giornata davvero indimenticabile. E non l'ha certo dimenticata colui che ha scritto queste righe, che allora aveva solo 10 anni ma che ancora conserva come una preziosa reliquia l'autografo che Coppi gli fece quel giorno, poco più di tre mesi prima di morire, regalandogli una delle emozioni più intense di tutta la sua vita.
da La Stampa - edizione di Asti a firma Franco Bocca
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