Il professionismo ai tempi del Covid-19 è una bella sofferenza, si è come leoni chiusi in gabbia, ancor di più se i rulli e Zwift non riesci proprio a sopportarli. È il caso di Andrea Vendrame, che ogni mattina si alza sapendo di doversi allenare in un modo che avrebbe volentieri fatto a meno di sperimentare.
«I rulli non li ho mai avuti, ma visto il periodo mi è toccato procurarmeli – ammette il corridore dell’Ag2r La Mondiale -. Non mi piacciono per niente e non vedo l'ora di metterli via, ma per il momento bisogna adattarsi. La giornata è sempre la solita: mattina rulli con esercizi a corpo libero, nel pomeriggio altra sessione di un'oretta di rulli e magari un po' di palestra. Ho riesumato qualche vecchio passatempo, mi dedico un po' al giardinaggio e alla cucina, in particolare qualche primo e i dolci».
E se molti suoi colleghi hanno scoperto Zwift, il sistema per pedalare multiplayer che si basa sul rapporto watt/peso dei ciclisti, il 25enne trevigiano è tra quelli che invece non hanno trovato stimoli particolari in questa nuova tecnologia: «Ho provato Zwift una volta, ma ho deciso sinceramente che non lo userò mai più. Preferisco seguire la mia tabella, facendo sui rulli i vari esercizi che devo fare, con il computerino che mi dice frequenza, watt e quant'altro. Riesco a concentrarmi meglio così. Molti sono attratti da Zwift, anche nella mia squadra fanno spesso qualche incontro, però personalmente preferisco la vecchia maniera. Anche perché se quando ti iscrivi menti su peso o altezza viene falsato tutto e ti ritrovi ad allenarti o confrontarti con ciclisti di cui non sai il reale valore».
L’unica cosa certa è che il lavoro fatto quest’inverno e le prime corse stagionali utili ad aggiustare il colpo di pedale, sono risultate vane: «Coi rulli non riesci a mantenere la forma, servono giusto per tenerti un po' tonico. Nel momento in cui dovessimo tornare a correre avrei bisogno di un mesetto di allenamenti intensi e di corse per tornare ad avere una condizione discreta, diciamo al 60-70%». E mentalmente diventa sempre più difficile gestire il tutto: «Sto cominciando a soffrire un po’, guardare sempre il solito muro e lo stesso paesaggio. È dura, ma bisogna resistere».
Ogni corridore si sta costruendo nella propria testa il calendario ideale, fantasticando sulle nuove date e possibili nuovi format, in attesa che l’UCI sciolga le riserve e dia qualche indicazione in più a corridori e squadre. Vendrame guarda alle classiche, Milano-Sanremo e Ardenne in particolare, dove uno con le sue caratteristiche avrebbe trovato terreno ideale: «Secondo me riprenderemo verso luglio-agosto. Il calendario sarà un bel rebus. Dovessi scegliere io metterei Milano-Sanremo e Ardenne nella seconda metà di agosto, penso si potrebbe avere una buona forma in quel periodo. Però poi c'è il Tour, la Vuelta e il Giro da ricollocare, saranno tre-quattro mesi intensi. Sicuramente farò corse che non avrei pensato di fare». Piuttosto che finire troppo tardi, però, meglio fermarsi e guardare al 2021: «Spero non si vada oltre l’1 novembre, perché a quel punto non ci sarebbe tempo per preparare la stagione successiva. Quest'anno sono partito per il Tour Down Under a inizio gennaio, se la stagione dovesse terminare a dicembre non ci sarebbe tempo di rifiatare e si rischierebbe di compromettere anche la prima parte del 2021».
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