Il mondo del ciclismo si prepara a ripartire, studia un nuovo calendario, riflette e programma. Senza certezze, ovviamente, ma con la consapevolezza che il giorno tanto atteso si avvicina. Lo ha confermato il presidente federale Renato Di Rocco in una intervista concessa a Stefano Rizzato di RaiSport. «Il progetto è quello di dare ai corridori e agli organizzatori 30 giorni di tempo, i primi per allenarsi e trovare la condizione, i secondi per affrontare tutti i problemi legati alla realizzazione delle loro gare. Dobbiamo garantire l'equità tecnica e tutti gli steakholder del ciclismo sono concordi su questo. Seguiamo le indicazioni delle autorità sanitarie ma abbiamo individuato tre possibili scenari: riprendere dal 1° luglio, che sarebbe l'opzione ideale, oppure dal 15 luglio e infine dal 1° agosto».
E ancora: «Come stabilito dall'Uci, la priorità verrà data agli eventi già in calendario, quindi Tour e Vuelta potrebbero svolgersi nelle date indicate (o con un leggero slittamento per quano riguarda la corsa francese, ndr) con il Giro d'Italia in autunno. Sì, la prima gara potrebbe essere il Tour anche sio, da romantico, sogno che la prima gara sia la Sanremo... Il ciclismo ha bisogno di riprendere il suo rapporto con la gente e vogliamo avere la gente sulle strade, non avere il pubblico alle corsesarebbe bruttissimo. Il pubblico fa parte dell’anima e della storia del ciclismo, attende ore per vedere i corridori per un attimo, spero davvero non si debba arrivare alle porte chiuse».
Naturalmente la Federazione guarda anche alla base del suo movimento: «Il Coni e il governo hanno già annunciato il proprio contributo di fronte a questa vera crisi anche sul piano sportivo. Ma nel frattempo anche noi pensiamo a forti misure di sostegno, e come ha fatto il calcio potremmo chiedere un contributo pari all’un per cento del gettito delle scommesse, che per il ciclismo ammontano a 14 milioni. Ci sarà un sostegno da parte federal eper le coietà di base e per la ripresa. Il Papa ha detto che siamo tutti sulla stessa barca, noi del ciclismo siamo tutti sulla stessa strada e vogliamo riparire tutti insieme».