«Aveva voglia di parlare, lui che è sempre di poche parole, ma oggi ha parlato di più con mamma Marilena e le ha detto anche “ti voglio bene, mi manchi, torno presto”». Mattia Gavazzi parla con quel tono fermo e squillante che a tratti però perde d’intensità e scende non appena l’emozione tende a salire. Mattia è avvolto da un tumulto di emozioni fortissime, per un papà che sta lottando dal 16 marzo scorso come un leone da giorni in un letto di ospedale di Ome. «Lì ci sono 120 letti, tutti pieni, tutti occupati e uno staff medico sanitario pazzesco, che si sta dannando l’anima per fare tutto il possibile. Sono uomini invisibili, senza nome e cognome, bardati come astronauti che stanno facendo davvero l’impossibile per salvare quelle stelle».
Papà sta un po’ meglio, anche se la prudenza non è mai troppa. «E dire che mercoledì scorso l’abbiamo davvero vista brutta, quando la dottoressa ci ha detto di prepararci al peggio – racconta Mattia, che con Nicola, anche lui ex corridore professionista, sono vicinissimi a mamma Marilena -. Poi il silenzio, non abbiamo saputo più nulla, fin quando il giorno dopo di punto in bianco la telefonata, di papà, che tirava il fiato tra una parola e l’altra e ci ha chiesto una bottiglia di acqua Uliveto e un pacco di biscotti. Ed è in quel momento che mi sono tornate alla mente le parole e i racconti di Riccardo Magrini il quale diceva che papà a termine di ogni corsa voleva in camera una bottiglia di acqua Uliveto e un pacco di biscotti. Mi sono detto: vedi Mattia, papà è in corsa. Sta lottando come ha sempre fatto».
Mattia ci dice di Cassani, che ha telefonato commosso, ma anche di Gianni Savio e Marco Bellini, e Ivano Fanini che ad ogni telefonata piange come un bimbo. «Il nostro sarà un mondo strano, ma è davvero una grande famiglia. Voglio ringraziare davvero tutti, per l’amore che ci state trasmettendo».
Oggi l’hanno sentito due volte: dopo colazione e poco dopo mezzogiorno. «Ci ha detto che aveva mangiato un po’ di gnocchi, una bistecca e un Buondì Motta…». E poi quelle parole, più dolci di un Buondì: «Torno presto».