Il Giro degli Emirati Arabi è finito con due giorni d’anticipo. In relazione ai problemi causati dal coronavirus le autorità di Abu Dhabi l’altra sera hanno comunicato lo stop e poi corridori dirigenti hanno trascorso i due giorni successivi in hotel a disposizione delle autorità per test medici. Tra di essi anche Gianluca Brambilla, alfiere Trek-Segafredo, per il quale il “Tour UAE” ha rappresentato il debutto stagionale.
“A livello generale - fa notare Gianluca, nato a Bellano, sulla sponda orientale del Lago di Como, il 22 agosto 1987- è stata una gara un anomala; ci sono arrivato reduce da un periodo di preparazione in altura nelle Canarie e i benefici si vedranno più avanti. Nella prima tappa di salita del Tour UAE ho sofferto il caldo, nell’altra sono andato bene”.
Brambilla è all’undicesima stagione tra i professionisti, è un esperto di sé e del mondo delle competizioni. “L’ho preparata bene iniziando gli allenamenti con la mountain bike e il podismo già al 15 novembre”. Si avvicinano gare più adatte alle sue caratteristiche da passista scalatore; sabato ci sarà la Strade Bianche in Toscana, se non verrà annullata.
“Nel 2016 – dice Brambilla – stavo per vincerla, è una gara che m’intriga tantissimo, vorrei fare bella figura anche quest’anno”. Alla Tirreno – Adriatico correrà in appoggio alla squadra. Prima di disputare il Giro d’Italia parteciperà sicuramente al Tour of the Alps, gara tra Austria e Italia. “Al Giro d’Italia voglio andare fortissimo”. Nell’edizione 2016 Gianluca s’impose per distacco nella tappa di Arezzo e indossò per due giorni la maglia rosa. “In quel Giro ho vissuto le emozioni più grandi della mia vita. Sogno di vincere un’altra tappa al Giro indossando ancora la maglia rosa, però devo altresì attenermi alle disposizioni di squadra. Il capitano della Trek-Segafredo al Giro sarà Vincenzo Nibali e io spesso lo dovrò aiutare in salita. Tra una mia leadership parziale e una vittoria finale di Nibali dovrò strategicamente favorire la seconda soluzione”.
Cos’altro chiede Gianluca al 2020 ?
“Innanzitutto di stare bene di salute, di potermi allenare senza intoppi e riuscire a dare il massimo ogni volta che la squadra deciderà di schierarmi. Sembra banale dirlo ma avere costanza di rendimento è un fattore che può fare differenza in stagione. Al Giro farò il gregario a Nibali, in altre occasioni cercherò di ritagliarmi spazi importanti”.
da Il Giorno
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