Toscano di Firenze, Riccardo Djordjevic, "Djordjc" per gli amici, è passato dalla Pallanuoto, che attivamente ha praticato per società la Torre NT di Pontassieve, al ciclismo. Il passo è stato breve e recente, due anni fa, tra gli esordienti della Itala Ciclismo. Complice di questa scelta le Olimpiadi di Rio: Riccardo ha deciso guardando correre Nibali e gli altri azzurri, e ascoltando il padre Dejan, originario della Serbia, ex dilettante di buon valore, che oggi gestisce un negozio di cicli a Firenze. Mamma Giulia, toscana purosangue, insegna in una scuola materna della città. Figlio unico, Riccardo in bicicletta sta ottenendo buoni risultati.
In soli due anni e mezzo di attività, si è già tolto la soddisfazione di vincere, nel 2019, la cronometro da Firenze a Fiesole riservata agli allievi: «Non so bene come definirmi, diciamo che a cronometro me la cavo bene, è il mio terreno preferito. Però riesco a difendermi un pò ovunque, amche nelle salite pedalabili non vado male. Quando il gioco si fa duro sono sempre presente».
Nel suo carnet del 2019 figurano, inoltre, il terzo posto a Piosina di Città di Castello sempre contro il tempo, e nella gara in linea di La Torre di Fucecchio. Classe 2003, diciasette anni ad agosto, Riccardo frequenta il Liceo Scientifico delle Scienze Applicate al "Gramsci" di Firenze. A marzo debutterà nella categoria degli Juniores difendendo i colori del team Valdarno-Regia Congressi del manager Leonardo Gigli, e diretto da Francesco Sarri.
Cosa ne pensi del momento del ciclismo italiano?
«E' sicuramente un movimento di valore, ma ci mancano i corridori-personaggi importanti».
A quale età hai cominciato a correre?
«A 14 anni con la Itala Ciclismo. La prima bici una NSR cinese di colore rossa e bianca».
Il più forte corridore di tutti i tempi?
«Marco Pantani, per come andava fortissimo in salita».
Segui altri sport con la stessa passione del ciclismo?
«No, però mi piaciono il tennis, il calcio e la pallanuoto».
I tuoi peggiori difetti?
«Sono un pò emotivo».
Il tuo modello di corridore?
«Julian Alaphilippe».
Cosa leggi preferibilmente?
«Fumetti e alcuni saggi».
Cosa apprezzi di più in una donna?
«La simpatia».
Sei social?
«Ci passo molto tempo».
Cosa cambieresti nel ciclismo di oggi?
«Lo renderei più umano e meno tecnologico».
Piatto preferito?
«Pasta alla carbonara».
Hobby?
«Giocare al computer».
La gara che vorresti vincere?
«Giro delle Fiandre».
Televisione, cinema o teatro?
«Cinema, prediligo il genere d'azione e le commedie».
I ragazzi di oggi con quelli di ieri: le differenze?
«Prima c'era più il contatto umano, che oggi purtroppo viene un pò a mancare».
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