Un Tour of the Alps 2020 per grandi firme. La corsa dell'Euregio, in programma dal 20 al 24 aprile con partenza da Bressanone e arrivo a Riva del Garda, conferma la linea delle ultime edizioni e conferma al via una qualificatisima partecipazione.
In corsa ci saranno infatti otto team di WorldTour: AG2r, Astana, Bahrain McLaren, Bora Hansgrohe, CCC, Team Ineos, Trek Segafredo e UAE. Nove le formazioni Professional e cioè: Androni Sidermec, B&B Hotels Vital Concept, Bardiani CSF Faizané, Caja Rural RGA, Euskadi, Gazprom Rusvelo, Nippo Delko One Provence, Uno-X Norwegian Team e Vini Zabù KTM. A completare il campo le Continental austriache Team Felbermayr Simplon e Team Tirol e la Nazionale Italiana.
Hanno già confermato la loro presenza Vincenzo Nibali e Romain Bardet, che sulle strade dolomitiche rifiniranno la preparazione in vista del Giro d'Italia, e molto probabile è l'adesione di Richard Carapaz, maglia rosa del 2019, e di Jakob Fuglsang.
Se negli anni la corsa euroregionale si è confermata come ideale spartiacque in vista del Giro d'Italia, resistendo senza troppi problemi alla concorrenza di corse con meno storia come Giro di Turchia o Giro di Croazia, è grazie ad un insieme di fattori che hanno accresciuto con continuità l'appeal della corsa: «Il numero di richieste da parte dei team è sempre crescente. Da sempre privilegiamo la qualità, cercando di avere il meglio di quanto il ciclismo mondiale possa offrire - spiega il General Manager della corsa Maurizio Evangelista, durante la presentazione in Sala Egger a Bressanone -. E ogni anno facciamo dei passi in avanti. Squadre e addetti ai lavori ci apprezzano dal punto di vista organizzativo, tecnico e dell’ospitalità, e anche dal punto di vista logistico cerchiamo di venire incontro alle esigenze dei corridori. Rappresentiamo l’avvicinamento ideale per gli atleti verso il Giro d’Italia, ma quelli che vengono qui lo fanno per vincere e non per allenarsi. Credo che siamo riusciti a portare una ventata di aria fresca per il ciclismo, con il nostro format di tappe corte ed esplosive che piace molto al pubblico. Se il prodotto finale è di qualità, però, lo dobbiamo anche a tutti i comuni che ci ospitano, che ci mettono nella condizione di fare al meglio il nostro lavoro».
L'albo d'oro è degno delle corse più importanti del mondo, con Geraint Thomas in maglia ciclamino nel 2017 e Thibaut Pinot nel 2018, mentre l'anno passato è stato Pavel Sivakov a rivelarsi al grande pubblico, battagliando senza alcun timore con Vincenzo Nibali. «Ho visto tutte le edizioni di questa corsa, quando è nato come Giro del Trentino fino alle grandi innovazioni di oggi - è invece il commento di Nino Lazzarotto, Presidente del Comitato Alto Adige della FCI -. Oltre ad unire tre territori, il Tour of the Alps ha anche aiutato a creare un’immagine del ciclismo diversa. Non c’è più noia, perché le tappe, brevi ed intense, regalano fuochi d’artificio dall’inizio alla fine. Il territorio è favorevole, offre degli spunti tecnici senza eguali, e non è un caso che l’Alto Adige possa contare su campioni mondiali e olimpici. Per il movimento ciclistico italiano, l’Alto Adige è molto importante. Quest’anno non ospiteremo il Giro d’Italia, quindi non vediamo l’ora che inizi il Tour of the Alps e il grande spettacolo che ci offrirà».
Trentino, Alto Adige e Tirolo unite in un unico obiettivo: il Tour of the Alps è riuscito ad unire tre territori tanto vicini quanto diversi. «Abbiamo voluto allargare i nostri orizzonti - afferma Giacomo Santini, presidente dello storico GS Alto Garda - Dopo 40 edizioni di Giro del Trentino abbiamo capito che c’era bisogno di un rinnovamento, così abbiamo voluto coinvolgere l’Alto Adige e il Tirolo: l'euregio. L'euroregio fa parte di un programma dell’Unione Europea, oggi ce ne sono 40 in tutta Europa, che uniscono i vecchi confini territoriali. Quello che una volta divideva, oggi unisce. Tutto ciò rispecchia il nostro spirito e i tre territori hanno ammesso che questo progetto transfrontaliero abbia giovato loro. La partenza da Bressanone è un’ennesima novità, che ci permetterà di scoprire anche questa città, che tocchiamo per la prima volta»
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