La Trek Segafredo ha chiuso il 2019 come meglio non avrebbe potuto grazie alla maglia iridata conquistata da Mads Pedersen e Il Lombardia vinto da Bauke Mollema. La stagione 2020 è ormai alle porte e la formazione americana è radunata in Sicilia per il primo training camp in vista del nuovo anno. Luca Guercilena, general manager del team che ha ingaggiato Vincenzo Nibali, ci svela programmi e ambizioni dei suoi ragazzi e delle sue ragazze, impegnati nel training camp di Siracusa fino al 20 dicembre.
Come procedono i lavori?
«Bene. Avendo già svolto alcune attività di team building negli Stati Uniti il mese scorso, il gruppo è affiatato, i nuovi arrivati si sono ben inseriti tra le nostre fila. Ci siamo divertiti e messi alla prova con l’escape room (la squadra dell’ufficio stampa è stata la prima a riuscire a lasciare la stanza in cui si è svolto il gioco di logica, ndr) e una caccia al tesoro fotografica conquistata dal team capitanato da Elisa Longo Borghini e Bauke Mollema. Dopo esserci concessi anche qualche festa, ora è tempo di iniziare a lavorare sul serio. In questo raduno siamo 110-120 persone tra atleti e atlete, staff, personale e tutti gli invitati legati alle attività di marketing e media che abbiamo in programma. Rispetto a un anno fa, quando abbiamo lanciato il team femminile, siamo già “avanti” sulla tabelle di marcia».
Corridori a parte, ci sono novità riguardanti l’organico?
«La nostra squadra è pensata come un’azienda, le donne sono ben rappresentate, dalla dirigenza che prende le decisioni alle cicliste che pedalano. L’interazione ormai è semplice, la struttura sostanzialmente è invariata, ci conosciamo tutti. Siamo un bel gruppo quindi non c’è bisogno di cambiare chissà che un anno per l’altro. Elke Weylandt (sorella del povero Wouter, ndr) che prima per noi si occupava principalmente dei rapporti con i media e gli sponsor, è diventata la mia assistente principale. Ieri è venuta a trovarci la psicologa Elisabetta Borgia (ex ciclista e moglie di Marco Aurelio Fontana, ndr) che ha svolto un primo approccio con la squadra femminile, e abbiamo svolto i primi test fisici. Dopo gli shooting fotografici e video, è ora di concentrarci sulla prestazione. Il nostro performance manager Josu Larrazabal ha pianificato un bel volume di lavoro, prevedendo anche uscite fino a 5 - 5h30’».
Com’è lavorare con Vincenzo Nibali?
«Come tutti i grandi campioni ha ben chiaro quello che vuole fare. Cura il dettaglio, è risaputo che ha una grande conoscenza dei materiali e dei mezzi. Come struttura siamo preparati ad assistere un atleta di questo livello e fiduciosi che insieme possiamo migliorare il migliorabile. Ieri, come dicevo, con i nostri preparatori Josu Larrazabal, Paolo Slongo, Mattias Reck e la consulenza di Andrea Morelli e Matteo Azzolini del Centro Ricerche Mapei Sport abbiamo iniziato a focalizzarci sulla performance. I valori raccolti ci dicono che gli atleti sono in linea con le aspettative che avevamo e ci permettono di pianificare al meglio l’avvicinamento di ognuno agli obiettivi prefissati».
Avete già ufficializzato quelli dei capitani. Nibali e Ciccone per il Giro, Mollema e Porte per il Tour.
«Mi aspetto che i leader si prendano in toto le responsabilità che abbiamo affidato loro perché stiamo cercando di supportarli al massimo. Alla corsa rosa andiamo focalizzati per raggiungere l’obiettivo pieno, al Tour schiereremo un’ottima squadra e puntiamo al podio ma senza illuderci, consapevoli che sarà una dura lotta, alla Vuelta ci presenteremo con un team molto competitivo, ma è il grande giro più difficile da preparare visto che non si può prevedere con che gambe ci si arriverà, per di più dopo i Giochi Olimpici. Mi piacerebbe veder di nuovo a braccia alzate Matteo Moschetti, che l’anno scorso ha vinto 9 corse e nel 2019 non è riuscito a ripetersi ma ci è arrivato vicino e sono convinto che può tornare a vincere. Mi aspetto un’ulteriore crescita da Giulio Ciccone, Niklas Eg, Nicola Conci, tutti ragazzi che possono fare un salto di qualità verso risultati più alti. I giovani come Quinn Simmons e Charles Quarterman vogliamo che crescano con la giusta tranquillità. Le ragazze dopo un’ottima prima stagione sono fiducioso potranno migliorarsi ulteriormente e renderci ancora più fieri».
La fine del 2019 è stata da incorniciare. Come deve iniziare il 2020 della Trek Segafredo?
«Il mio cruccio sono le classiche. Anche quest’anno sono convinto che la nostra fosse una squadra competitiva ma per varie ragioni non siamo riusciti a raccogliere risultati. Spero che nel corso della prossima stagione il gruppo delle classiche parta con il piede giusto. Sono ragazzi seri, che hanno sempre lavorato duro, se lo meritano. Se loro riuscissero a ben figurare, di conseguenza, alleggerirebbero anche la pressione degli uomini dei grandi giri che dovranno concentrarsi serenamente sui loro obiettivi. Mi piacerebbe iniziare bene fin dal Tour Down Under con Richie Porte, non cercando di vincere una tappa ma la classifica generale della corsa, per poi arrivare in Europa e andare a caccia di gare di un giorno con Pedersen, Stuyven, Teuns, Moschetti e gli altri. Non pretendo una partenza “a razzo” come la fine di quest’anno, ma mi attendo un ulteriore salto di qualità di tutto il team».
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