Il processo contro il dottor Richard Freeman - ex medico del Team Sky e della Federazione britannica, al centro di una inchiesta per acquisto e somministrazione di testosterone - sta entrando nella fase decisiva e le acque in casa del Team Ineos cominciano ad incresparsi.
Ne è testimonianza l’intervista concessa al Times dal miliardario Jim Ratcliffe, il signor Ineos per intenderci - che dalla primavera scorsa è il nuovo proprietario del team.
«Prima di fare il nostro ingresso nel ciclismo, abbiamo verificato tutte le procedure e tutti i precedenti dei medici del team e ci siamo assicurati che il regolamento interno al Team Sky era il più rigoroso fra quelli adottati nel mondo del ciclismo. Ma se il nostro avvocato un giorno dovesse dirci che ci sono dei problemi o anche solo sospetti legati al doping, non esiteremmo un minuto ad uscire».
Ricordiamo che dal 29 ottobre il dottor Freeman è sotto processo per l’acquisto di 30 confezioni di testosterone, consegnate nel maggio del 2011 al velodromo di Manchester, dove sia la Sky che il la federazione britannica avevano la loro sede.
Dopo aver parlato inizialmente di un errore, Freeman ha ammesso di aver fatto lui l’ordine ma non per questioni di doping, bensì per risolvere problemi di disfunzione erettile del tecnico Shane Sutton, che ha più volte e con veemenza negato tutto.
Freeman sta affrontando il processo davanti all’ordine dei medici britannico ed è già stato dichiarato colpevole di 18 dei 22 capi di accusa che pendono su di lui: il verdetto finale è atteso per il 20 dicembre e rischia inevitabilmente di coinvolgere il Team Ineos, per il quale Freeman ha lavorato fino al 2017.
E patron Ratcliffe ha le antenne dritte…