L’Androni Giocattoli Sidermec è oggi il fiore all’occhiello del movimento ciclistico italiano. Nella stagione appena conclusasi, la formazione del team manager Gianni Savio si è confermata campione d’Italia per il terzo anno consecutivo aggiudicandosi la Ciclismo Cup ed è prima a livello mondiale tra le squadre Professional per quanto concerne il numero di vittorie.
Classifiche alla mano, al termine di una stagione lunga ed estenuante, le vittorie sono state 32 e a queste si aggiungono 17 secondi posti e 14 terzi posti, risultati che sono valsi il sesto posto nel ranking Uci Europa Tour.
Ma nel ciclismo non si può dormire sugli allori e lo sa bene Giovanni Ellena, da anni tecnico dell’Androni Giocattoli Sidermec. È proprio il diesse torinese di Cuorgnè, classe 1966, a spiegare a tuttoBICI come sta nascendo la sua nuova squadra in vista della prossima stagione.
Quando inizierà il suo 2020?
«A dire il vero si può dire sia già iniziato. Ormai nel ciclismo non vi è più uno stacco vero e proprio. Solo qualche giorno di riposo per ricaricare le batterie e pianificare di nuovo il lavoro. Novembre e dicembre sono diventati mesi importanti in vista dell’anno nuovo, a gennaio poi arrivano le prime corse e di fatto non c’è tempo da perdere».
Già a gennaio le prime corse... quale sarà quindi il vostro primo appuntamento?
«Il 2020 inizierà con la Vuelta a San Juan, in Argentina ma siamo ancora in attesa di risposte da La Tropicale Amissa Bongo in Gabon, che eventualmente anticiperebbe di poco la corsa in Sudamerica».
Gli obiettivi della prossima stagione?
«Sarebbe bellissimo confermarsi ai livelli di quest’anno: puntiamo ad essere presenti al Giro d’Italia come accaduto nella scorsa stagione. L’invito non è mai scontato né tanto meno facile da ottenere, ma noi ci crediamo e lavoriamo per questo. Un ulteriore obiettivo sarà quello di riconfermarci ancora una volta come la migliore squadra italiana».
Negli ultimi anni avete portato nel World Tour corridori come il vincitore del Tour de France Egan Bernal, Ivan Sosa, Davide Ballerini, Andrea Vendrame, Mattia Cattaneo e Fausto Masnada. Continuerà il vostro progetto rivolto ai giovani talenti?
«Assolutamente si. Per il 2020 abbiamo dieci nuovi ragazzi, di cui quattro sono neo-professionisti: gli italiani Simone Ravanelli, Nicola Venchiarutti, Mattia Bais e l’ecuadoriano Jefferson Cepeda. Il compito delle formazioni Professional, come la nostra, è quello di far emergere i ragazzi tra i “grandi”: lavoriamo con corridori che non sono ancora pronti per il salto nel World Tour ma che allo stesso tempo, con impegno e dedizione, possono arrivarci. Senza il lavoro di queste formazioni, molti corridori si sarebbero persi. Lo so per certo».
A proposito di corridori cresciuti in casa Androni Sidermec, chi le ha regalato maggiori soddisfazioni in questa stagione?
«Bella domanda, non ci avevo mai pensato fino ad ora. Direi Andrea Vendrame semplicemente perché ho avuto più occasioni per potermi confrontare con lui. Andrea è un bravo ragazzo e molto promettente: gli auguro tutto il meglio per il suo futuro».
Alla vigilia della “stagione della riforma”, cosa si augura per il futuro del ciclismo italiano?
«Qualche errore l’abbiamo commesso. Siamo ancora i migliori da un punto di vista culturale, ma c’è chi ha fatto meglio di noi in molti settori e questo va riconosciuto. Per risolvere un problema, però, prima bisogna ammettere l’esistenza dello stesso: mi riferisco ad una difficoltà culturale, perché la mancanza di sponsor è tutt’altra questione. Dobbiamo rendercene conto e avere la forza di ricominciare».
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