Non ci fu nessun accordo economico antisportivo dietro la vittoria di Alexandr Vinokourov nella Liegi-Bastogne-Liegi dell'ormai lontano 2010. A nove anni di distanza, un tribunale di Liegi ha assolto per assoluta mancanza di prove il corridore kazako, accusato di aver offerto 150mila euro al russo Alexander Kolobnev, a sua volta finito alla sbarra e uscito anch'egli assolto, per cedergli la vittoria nella classica monumento in Belgio.
I due erano finiti sotto processo per corruzione e frode sportiva e la pubblica accusa aveva chiesto sei mesi di reclusione e pesanti multe per entrambi. Sospetti su una combine erano stato sollevati già qualche tempo dopo la corsa da un settimanale svizzero, ma nel 2012 un' inchiesta della Procura di Padova, che stava indagando sul doping nel ciclismo, portò alla scoperta di mail con gli estremi dei conti e bonifici bancari (per un totale di 150mila euro) che i due corridori si erano scambiati nei giorni successivi alla gara per il buon fine del pagamento.
La Procura patavina non aveva pero' competenza su un presunto reato commesso tra Belgio e Svizzera e aveva trasmesso gli atti all'Unione ciclistica internazionale (Uci) e alla Procura di Liegi che si erano messi subito all'opera. Dopo tanti anni, e numerosi rinvii, il processo penale ha portato infine all'assoluzione dei due imputati. Vinokourov, che in quello stesso 2012 aveva vinto l'oro olimpico a Londra, è team manager della Astana, squadra per la quale aveva corso anche quella Liegi-Bastogne-Liegi, rimasta a lungo sospetta.