Nemmeno la pioggia battente ferma un Chris Froome che ha tanta voglia di ripartire. A cinque mesi dall'incidente occorsogli al Giro del Delfinato, quando stava visionando la tappa a cronometro, il britannico del Team Ineos si prepara a riattaccare il numero sulla maglia. Certo, si tratta solo del Criterium del Tour a Saitama, in Giappone, ma è comunque un passo importante sulla strada del recupero.
E che Chris sia già concentrato sul prossimo anno lo dimostrano le immagini che ha postato dal circuito olimpico di Tokyo, che è andato a provare stamane insieme a Michal Kwiatkowski, Jakob Fuglsang, Rein Taaramae e Romain Bardet. Sotto la pioggia e imbacuccati per difendersi dalle basse temperature, i quattro hnano preso confidenza con il Monte Fuji e le sue pendenze, che saranno decisive per l'assegnazione della medaglia d'oro ai Giochi 2020.
«Chi sale il Mont Fuji una volta è saggio, chi sale due volte è pazzo»: Il proverbio giapponese non ha impressionato i cinque che sono partiti all'alba per il Monte Fuji. Per la pioggia, hanno affrontato solo gli ultimi 50 chilometri, in particolare la salita al Passo Mikuni, un punto chiave sul percorso per decidere il titolo. «È davvero un percorso per scalatori. La salita è molto dura e non c'è quasi tregua, è lì che la gara verrà risolta» ha spiegato Romain Bardet. Non la pensa così Jakob Fuglsang: «La vetta è a 34 km dal traguardo, quindi sarà difficile resistere in fuga a meno che tu non sia davanti con un piccolo gruppo di scalatori che scelgono di collaborare».
Intanto Froome, che dal 2013 ha saltato una sola edizione del Criterium ed ha il record di fedeltà, è stato invitato a parlare del Tour de France e del suo lavoro davanti gli scolari di Saitama. La scuola ha organizzato in suo onore un recital di musica tradizionale giapponese, eseguito dai bambini.
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