La giornata di ieri ve l'ha descritta nei minimi particolari Marco Pastonesi proprio sulle pagine di tuttobiciweb e non aggiungo una virgola, perché è la giusta descrizione.
Io vi posso dire solo questo: nel comunicato inviato alle squadre non si fa nessun riferimento a quanto accaduto, NULLA. La giuria non ha accettato la richiesta delle squadre di neutralizzare la gara con i tempi presi a 25 km e con le distanze che sono state segnalate al momento dell’errore di strada.
La giuria è rimasta convinta, insieme agli organizzatori del Giro, che noi abbiamo detto agli atleti di non partire, che noi abbiamo detto loro di mantenere una bassa velocità e, cosa più grave, è rimasta convinta che sono state le squadre a dire agli atleti di non tagliare la linea del traguardo.
Ora, chi ha visto le dirette si sarà accoro subito che c’era una calma strana, perché sinceramente non si riusciva, dopo tanti minuti, a capire nulla. Figuriamoci se noi dieesse ci sogniamo di dire ai ragazzi che non devono tagliare il traguardo per protesta o ci sogniamo di dire loro"andate tranquilli, tanto due o tre atleti che sono poi agonisticamente ottimi atleti hanno solo 3 minuti e 20 secondi". È assurdo, ma non c’è stato nulla da fare: avevano questa convinzione e nessuno gliela toglieva.
I ragazzi chiedevano solo di poter ripartire con i distacchi che avevano, forse non era possibile per tutti, ma il mio ed il nostro pensiero era quello che le distanze prese ai 27 km per i primi 30/33 atleti si potevano tenere visto che erano state appena controllate.
Siamo andati in sede di giuria con alcuni DS e ringrazio Orlando Maini che è sempre il più preciso e pacato di tutti noi, per chiedere un incontro con la giuria e gli organizzatori e cercare di salvare il salvabile. Cosa vuol dire questo? Vuol dire che chi ha dall’inizio della stagione iscritto la squadra a questo Giro della Valle d’Aosta ha pagato euro 500,00 per poter partecipare, ha pagato le persone in più, ha preso impegni con massaggiatori ad accompagnatori, ha dato la possibilità agli scalatori di fare altura, di preparare questa gara, ha preso impegni con gli sponsor, insomma ha investito su questo Giro perché ci ha creduto. Ora: il primo giorno lo sbaglio della crono, il secondo l'errore di percorso... Ci sta che i ragazzi abbiano sbagliato a non tagliare la linea del traguardo, ma ci sta nel rispetto delle persone che erano lì ad aspettare, per il pubblico, per chi ha speso il suo tempo per attenderli. Perché l'organizzazione che li accusa, a sua volta ha commesso degli errori e nel comunicato non si fa nessun riferimento a nessuno di questi sbagli! Lo sbaglio di strada, lo sbaglio della crono, lo sbaglio dei tempi: non è stato minimamente considerato l’impegno dei ragazzi, il loro sforzo, la loro situazione né che sono ragazzi che si stanno giocando il loro futuro.
Sono troppo arrabbiata e delusa per scrivere altro, sarebbe bastato un po’ di buon senso, sarebbe bastato che gli organizzatori capissero la nostra buona volontà, che fossero stati dalla parte del Giro e dei primi attori che sonogli atleti. La giuria, poi... ultimamente non la capisco più. Sarà l’eta e ci sta, ma una cosa la so: se sbagliamo noi paghiamo e ci rimettiamo, ma se sbagliano loro, ci rimettiamo ancora noi. È un dato di fatto evidente dopo aver fatto il Giro del Veneto ed il Giro della Valle d’Aosta.
Pastonesi nel suo articolo ha lanciato una domanda: quante squadre non partiranno oggi? Una squadra non è fatta di singole persone, è fatta di sponsor, di manager, di DS, di atleti che sono i primattori e sono gli unici fondamentalmente a rimetterci, sempre e comunque.
Il ciclismo è pedalato, il ciclismo è sudore, il ciclismo è fatica, il ciclismo è rischio e fino a che va tutto bene, si va avanti, ma è questo andare avanti così, senza buon senso, non porta nulla di buono, anzi.
Per concludere vorrei chiedere una cosa al Direttore di Corsa e all’organizzatore: il primo dei miei è arrivato 78° all’arrivo, come avrebbe fatto secondo loro a tagliare il traguardo?
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