Settimo posto nella generale e migliore degli italiani, il Tour de Suisse si conclude per Domenico Pozzovivo in modo molto positivo. Il corridore lucano, dopo un Giro d’Italia che lo ha visto impegnato al servizio di Vincenzo Nibali, si è presentato al via della corsa a tappe elvetica per fare da supporto a Roahn Dennis e cercare qualche soddisfazione personale. Dopo nove giorni di gara, tra piazzamenti e anche un po’ di sfortuna è tempo di fare un bilancio sulla prima parte della stagione e sul suo ruolo da gregario di lusso.
Hai concluso il Tour de Suisse 2019 come migliore degli italiani: qual è il tuo bilancio per questa edizione?
«Il mio bilancio non può che essere positivo, con la squadra abbiamo raggiunto ottimi risultati e io non posso essere che soddisfatto: Rohan ha raccolto un successo di tappa e la seconda posizione nella generale, io invece sul San Gottardo sono arrivato subito dopo Bernal. L’unica cosa che posso fare è solo un po’ rammaricarmi perché le prestazioni che ho offerto sono state depotenziate dalla sfortuna che mi ha colpito durante le due cronometro. Il primo giorno sono stato l’unico tra gli uomini di classifica ad affrontare la prova sotto il temporale e quindi indubbiamente sono stato svantaggiato, nella penultima frazione invece quando mancavano 5 chilometri ho forato e così ho perso ancora terreno. Questi due episodi mi hanno penalizzato davvero molto, altrimenti avrei potuto raggiungere la top 5 abbastanza agevolmente»
A livello di squadra avete raggiunto un ottimo secondo posto nella generale con Rohan Dennis: quanto c’è di tuo in questo risultato?
«Dopo il Giro non era facile mantenere questa condizione, sono uscito molto bene dalla corsa rosa e il Tour de Suisse è una competizione che di solito mi si addice. Sono venuto in supporto di Rohan e devo dire di avere detto la mia, sia venerdì sul San Gottardo che nell’ultima tappa penso di aver fatto un buon lavoro. Sono entrato in azione nel momento in cui bisognava scremare il gruppo o ricucire sugli attacchi di Bernal, ho cercato di fare un buon passo in modo da metterlo nelle condizioni migliori. Ormai sono abituato a lavorare in questo modo per Vincenzo NIbali e dopo l’avventura del Giro posso dire di aver raggiunto una certa esperienza su questi terreni, riesco a fare delle tirate molto particolari».
Dennis ha fatto un’ottima prestazione in salita, ne sei rimasto sorpreso?
«In questo Tour De Suisse Dennis è andato fortissimo. Durante questa settimana ha dimostrato quello che vale, ha fatto vedere che per le brevi corse a tappe può dire la sua: a cronometro non ha certo problemi e può guadagnare veramente tanti secondi nei confronti di tutti gli altri e ora in più sappiamo che in salita non è mica male, tiene sulle salite secche, ma anche in quelle più lunghe. Addirittura sull’ultima ascesa mi ha chiesto di aumentare il passo, mi ha sorpreso come richiesta, ma io sono stato ben felice di poterlo fare, così abbiamo potuto scremare meglio il gruppo».
Quali sono i tuoi prossimi appuntamenti dopo il Tour de Suisse?
«Devo dire che sono piuttosto stanco, l’idea è quella di tornare a casa a ricaricare un po’ le energie in vista della seconda parte di stagione; mi aspettano molte corse interessanti: il Giro di Polonia e soprattutto la Vuelta. Sinceramente non so ancora se farò gli italiani, bisogna vedere come reagirò a queste ultime fatiche.»
A proposito dei campionati italiani su strada: che idea ti sei fatto del percorso e come si muoverà il Team Bahrain?
«È un campionato italiano molto duro, c’è un percorso da non sottovalutare. Vincenzo esce da un secondo posto al Giro, ma noi abbiamo anche Colbrelli: sulla carta ci sono molti metri di dislivello, ma Sonny è un corridore che se è in giornata non ha paura di queste salite. Se dovessi essere presente al via il mio ruolo sarà sicuramente quello di supporto agli altri».
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