GIRO UNDER 23. LA PRIMA TAPPA RACCONTATA DAL TEAM COLPACK

DILETTANTI | 15/06/2019 | 08:07
di Rossella Dileo

 


Ciao a tutti popolo che pedala, il diario di questa giornata inizia con “la prima è andata”, anche se giovedì abbiamo avuto il cronoprologo di km 3,300 che per molti è stata gara totale, per altri è stato un test personale per la propria forza fisica e per altri ancora è stato un cronoprologo lungo il mare di Riccione.


Quindi ieri mattina partenza da Riccione e, come sempre, siamo qui per raccontare in sintesi la gara e come è nostra abitudine da anni, quei piccoli momenti che colorano il nostro Giro d’Italia U23.

La partenza in Piazzale Roma ci portava direttamente nell’atmosfera vacanziera di chi in costume cercava di capire che cosa stesse succedendo ed è stato bello sentirsi chiedere da alcune persone anziane: ma questi poveri ragazzi vanno in bici con questo caldo ?

Eh già, dopo tutta la pioggia e la grandine e la nebbia che ci siamo presi in giro per le gare di tutto il mondo, finalmente è arrivato il sole, il caldo, le belle giornate e ok, per essere proprio felice chi va a firmare sul palco non può distogliere lo sguardo e vedere tutte quelle belle ragazze in costume ahhahahhah, perché una piccola sofferenza c’è e bisogna iniziare la prima tappa con il primo GPM di 3 categoria e percorrere un totale di km 143,200 fino a Santa Sofia . 

Alla partenza del Giro in molti hanno avuto la possibilità di salutare Samuele Manfredi, che ha voluto essere presente alla partenza di questo Giro U23. A lui ed alla sua famiglia un grande abbraccio da parte di tutti noi e guardandolo da lontano perché non ho voluto disturbare, ho visto, o meglio, ho rivisto il suo sorriso che mi ha sempre colpito. Forza Samuele, nessuno ti può togliere la grinta e la volontà e la semplicità che ti hanno sempre contraddistinto.

Si parte quindi dal Km 0 fuori dal centro e subito ci sono stati i primi attacchi: prima 9 atleti che hanno raggiunto un vantaggio massimo di 37” poi a 25 km il gruppo chiude, fino al 35 km dove c’è l’attacco più rappresentativo di giornata. Quattro uomini che arriveranno ad un vantaggio massimo di più di 6 minuti. Giusto citare questi ragazzi che sono rimasti in fuga per più di 100 km: Baldo della Iseo Serrature, Bobbo della Delio Gallina, Cassarà della Veloracing Palazzago e Cecchini della Sangemini-Trevigiani, fuga che parla italiano quindi.

Piccolo aneddoto successo oggi nel fuori corsa: esistono gli addetti al rifornimento che cercano in tutti i modi di riuscire ad essere in varie parti del percorso e sono quelli che, viste le temperature di questi giorni, hanno la responsabilità di dare acqua agli atleti. Viaggiano in ammiraglia, come me e Gian, oppure con il furgone, oppure con il camper e li la cosa si complica ancora di più.

Quindi si fa il rifornimento al 76esimo km di gara e si progetta di arrivare dopo 27 km ai piedi della salita che si trova esattamente a 15 km dall’ arrivo. Loro devono percorrere 43 km in bici e quindi tu pensi di potercela fare e come no... oggi ci sono i navigatori, esiste Google e tu ti senti sicuro di te, del tuo autista e del tuo percorso , talmente sicuro che quando Baldini, che è il Ds della Sangemini, ti chiede se vai ai piedi della salita, tu gli rispondi "seguimi"e da lì inizia la tua bella disavventura giornaliera.

Non puoi andare nel senso inverso alla marcia degli atleti e quindi imposti il paese prima della salita a circa 20 km dall’arrivo, entri in un paesino molto piccolo, giri a sinistra ed inizi una strada stretta e sterrata e per dirvi la verità, già dopo qualche km ti accorgi che forse stai facendo una cavolata perché devi praticamente attraversare una montagna ma per farlo devi farti bel 20 km di puro sterrato, sperando di non forare, di non toccare il sotto dell’auto e nello stesso momento pensi a tutte le belle “parole” che dietro di te Baldini ti starà dicendo… ahahahhahaah …e non le pensi solo perché quando finalmente ti ritrovi dopo 35 minuti di pura paura, sul percorso a 20 km dall’ arrivo, ti fermi, guardi la macchina che prima era nera e ora è bianca e senti Baldini che da lontano ti grida "io non ti seguirò mai più".

Insomma questo è quello che capita ai rifornitori di borracce che da qui alla fine del Giro Under 23 cercheranno ogni taglio, ogni percorso ed ogni momento buono per poter dare una borraccia di acqua.

È finita cosi questa avventura ? eh no! Mentre mi trovo in salita con le mie belle borracce fresche e piene di acqua a 13 km dall’arrivo, il gruppo mi passa davanti, e mentre cerco di vedere lo sguardo dei miei e riconoscere la maglie, cosa non facile in mezzo a tanti colori, ecco che alla mie spalle, subito dopo la curva verso sinistra, sento lo “stridolio “ di una caduta che porta tutti a mettere piede a terra perché si era proprio formato un imbuto.

E voi mi direte "e tu che cosa c’entri?" io proprio nulla perché la caduta è successa dopo di me, ma al passaggio delle ammiraglie, qualche mio collega, avendo visto soprattutto la mia auto che da nera era diventata bianca, ha anche pensato che a causare la caduta potesse essere stato il mio rifornimento, in primis quelli del mio staff e a seguire molti altri che, diciamoci la verità non hanno molta fiducia nelle femminucce.

Comunque dopo il GPM  il vantaggio dei fuggitivi è minimo e mancano 10 km all’arrivo di Santa Sofia, il gruppo dopo la caduta che ha bloccato molti di loro ha aumentato l’andatura e quindi ha chiuso su tutti per un soffio, quanto basta a Virgilio Rossi che è il radiocronista ufficiale della FCI a dirci che si avvantaggiano in tre, e tra questi la maglia rosa. Sono pochi secondi, che per pochi km, ne mancano 4 all’arrivo, rimangono tali e bastano per lo sprint finale fatto e vinto dalla maglia rosa HAYTER.

Alla prossima, popolo che pedala, per raccontarvi ancora un po’ di noi.

 

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