“April is the cruellest month, breeding
Lilacs out of the dead land,…”
T.S. Eliot
Aprile ritorna ogni anno. Ad aprile, in una mattina di sole mentre tutto intorno rinasceva, Michele è volato via per sempre.
La violenza stradale, che nel nostro Paese uccide ogni anno oltre 3400 vite (padri, madri, figli, nonni) e conta, nell’indifferenza generale, 17.000 feriti gravi annui (persone che non cammineranno più, che non andranno più al bagno da sole né mangeranno più in autonomia) non si ferma a primavera né va in vacanza in estate. Tutt’altro. Con le belle giornate i ciclisti escono volentieri in strada e il pericolo di una collisione aumenta giorno dopo giorno e bisogna alzare il livello di attenzione di tutti quanti.
Perché non si può morire in un giorno di sole mentre il vento progetta con te l’estate che è alle porte, le ruote della bici girano silenziose e i tuoi bambini ti aspettano a casa. Non è scritto nel destino di nessuno di noi di venire uccisi in questo modo, semplicemente perché conosciamo le cause di questa strage e continuare a rifugiarci nella parola “destino” significa solo giustificare la nostra inerzia.
Siamo tutti coinvolti. E tutti non vuol dire nessuno. Vuol dire tutti.
Dall’anno scorso, per la Fondazione e il Gruppo Ciclistico Michele Scarponi, aprile significa Granfondo, la corsa di Michele, la corsa che Michele stava scrivendo per continuare a pedalare con i suoi tanti amici dopo che avrebbe appeso la bici da professionista al chiodo.
Domenica 14 aprile da Filottrano tanti ciclisti, ex professionisti, amatori, appassionati e improvvisati come me, saliranno in bicicletta per percorrere le strade di Michele ricordando a tutti che il ciclismo è un atto d’amore verso se stessi e gli altri, verso il mondo che stiamo trasformando in una discarica senza fine e verso un presente e un futuro dove nessuno muoia più sulla strada. La Granfondo Michele Scarponi “Strade Imbrecciate” è e sarà sempre molto di più di una gara di amatori, perché ogni centimetro d’asfalto su cui i partecipanti scivoleranno lenti è stato bagnato dal sudore, dai sorrisi, dal sangue e dai sogni di Michele. L’asfalto di aprile non sarà mai soltanto una pista di morte. Non più.
La novità quest’anno si chiama PAT, il festival del Piede A Terra che la Fondazione ha deciso di organizzare nella settimana precedente la Granfondo per dare maggiore risalto e concretezza ai temi che ormai da un anno stiamo portando avanti: la prevenzione stradale, la mobilità sostenibile, la memoria.
Il festival è una rassegna di eventi che coinvolge Filottrano, ma anche Urbino e Ancona. Troverete una mostra di stampe, “L’epoca d’oro del grande ciclismo”, ad accogliervi nella Sala del Consiglio del Palazzo Comunale di Filottrano; incontreremo Marco Pastonesi e i suoi e nostri ciclisti, fra cui Gioia Bartali (la nipote del grande Gino); presenteremo il libro “Chissà che l’utopia non vinca”, di Bidon; avremo modo di parlare di uno dei “nidi dell’Aquila” più celebri, la salita della Castelletta, ormai conosciuta anche in Belgio. Incontreremo l’Università di Urbino e insieme discuteremo di velocità, di comunicazione, di salute e di sport. Saliremo sul palco per cantare e leggere insieme a Pia Tuccitto, cantautrice, e Federica Lisi Bovolenta (la moglie di Vigor Bovolenta, il campione di pallavolo scomparso all’improvviso a causa di un malore durante una partita nel 2012). Saliremo infine in bicicletta per pedalare tutti insieme da Cantalupo (la frazione dove Michele è cresciuto) a Filottrano e ritorno, la nostra piccola Liegi-Bastogne-Liegi. Per i bambini, in attesa che i ciclisti taglino il traguardo della Granfondo, ci sarà la Gimcana in piazza Cavour.
Ci sarà Michele ovunque.
E futuro.
Per maggiori informazioni sulla Granfondo Michele Scarponi e sul Pat Festival potete consultare i siti www.fondazionemichelescarponi.com e www.michelescarponi.it
Marco Scarponi, fratello di Michele
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