Una bici per Raisi. Ne avevamo scritto 15 mesi fa proprio qui, su Tuttobiciweb. Una bici da corsa per un ruandese di Kigali – Raisi, appunto – appassionatissimo di ciclismo, di identità imprecisa, di età misteriosa, povero e senza una gamba, attraverso la disinteressata mediazione di un volontario solidale, anche lui appassionatissimo di ciclismo, veronese, Carlo Scandola. Un’operazione di bontà a pedali di cui, conoscendo i protagonisti, avrei garantito personalmente.
Dopo la pubblicazione dell’articolo, Scandola era stato contattato da tre lettori di Tuttobiciweb. Poi, però, nessuno dei tre è arrivato a un accordo. Così Scandola, prima di partire per il Tour of Rwanda 2019, ha escogitato un altro piano: ha contattato Mattia Turrina, ex professionista e titolare di un negozio-officina a Ospedaletto di Pescantina, vicino a Verona, che ha messo a disposizione una bicicletta in carbonio con cambio a 11 velocità, alcune divise, casco, scarpe e otto copertoni non reperibili in Ruanda. Scandola ha provveduto a consegnare tutte queste cose direttamente a Raisi.
“Per coinvolgere Raisi nel progetto – racconta Scandola – gli ho chiesto se potesse contribuire al pagamento delle spese per la spedizione della bici. Raisi mi ha risposto di no per problemi economici. Non ha neanche i soldi per provvedere al cibo e alla scuola dei suoi figli”. Scanndola non si è perso d’animo: “Mi sono rivolto a Lorenzo Fabiano, un giornalista e scrittore di Verona, che ha fatto una piccola colletta con gli amici ciclisti del Gruppo Ciclisti Valdonega e con il ricavato si è riusciti a sostenere la spesa della spedizione della bici in Ruanda”.
Tutto ok? Non proprio. “All’aeroporto di Kigali, prima di essere consegnati – spiega Scandola - i bagagli vengono aperti e ispezionati. Questa operazione viene eseguita non alla presenza del titolare dei bagagli. E durante l’ispezione è stata persa la pipa del manubrio”. Una perdita gravissima, perché i pezzi di ricambio non esistono. Raisi si è appellato a Scandola, e Scandola ha cominciato una nuova odissea: “Ho chiesto aiuto alle squadre che partecipavano al Tour of Rwanda. Solo Francesco Chicchi, direttore sportivo del Team Dimension Data, mi ha fornito il pezzo mancante”.
E’ questa – per il momento – una storia a lieto fine, quasi una favola. Tutti felici e contenti, a cominciare da Raisi e a finire con Scandola. “La mia più grande soddisfazione – ammette Scandola - è stata l’accoglienza di Raisi al mio arrivo in Ruanda, alle 2 di notte. Con un mazzo di fiori. L’unico regalo ricevuto in 10 anni di viaggi in Ruanda fornendo bici e materiale ciclistico alla Federazione ruandese a prezzi stracciati”.
E questi sono i titoli di coda. Grazie ai Cicli Turrina, via Busa, Ospedaletto di Pescantina (Verona) per la bicicletta regalata a Raisi. Grazie al Gruppo ciclistico Valdonega, sede nel Bar Scoiattolo, via Nievo, Verona, per i soldi del trasporto. Grazie a Francesco Chicchi, direttore sportivo del Team Dimension Data, per aver regalato la pipa mancante. Grazie, ovviamente, al valoroso Scandola. E grazie anche a Tuttobiciweb.
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