«Forse sto diventando monotono…». Può darsi che farsi 260 chilometri di fuga alla Sanremo sia noioso, ma riuscirci per quattro anni in fila, in tutte le Classicissime disputate, vale a Mirco Maestri un record: anche se non esistono dati certi, è di sicuro tra i ciclisti che nella storia della prima classica stagionale è stato più all’attacco. «E’ un modo per entrare nell’album dei ricordi», sorride l’atleta della Bardiani Csf, che le prove generali per questa sua ennesima avventura da Milano alla Riviera ligure le ha fatte con successo alla Tirreno-Adriatico, conquistando la classifica a punti con quattro fughe in cinque tappe in linea per complessivi 660 chilometri.
«Quelle però non sono state prove programmate: fra i due mari mi sono battuto per prendere la maglia. E mi sono anche stancato: infatti, in questa Sanremo, mi sono sentito peggio rispetto a un anno fa, dove non avevo sulle gambe la Tirreno. Ci ho messo testa e grinta per arrivare con gli altri fino ai piedi della Cipressa, mentre nel 2018 avrei potuto anche finire in buona posizione se, sull’ultima rotonda prima del Poggio, Cavendish non mi avesse trascinato nella sua caduta».
Quarta fuga in quattro anni: Maestri per la Bardiani Csf è una garanzia. «Sono soddisfatto anche perché, correndo in questo modo, io e Tonelli abbiamo dato alla squadra la possibilità di farsi notare. D’altronde, l’alternativa è restare tranquilli in gruppo e concludere a cinque minuti: sarebbe come non aver corso la Sanremo».
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