Solo per Fausto Coppi: quella sulla casa dove nacque il 15 settembre 1919, a Castellania; quella sul palazzo dove fece l’attendente di un ufficiale inglese, a Caserta; quella sulla terrazza dove passò da solo dopo aver staccato tutti, a Bomerano, sull’Agerola…
Ce ne sono per Gino Bartali a Firenze e a Gerusalemme, per Marco Pantani a Cesenatico e a Laceno, per Tullio Campagnolo sul Croce d’Aune, per Michele Scarponi sulla Giara di Gesturi…
Targhe. Iscrizioni su edifici, monumenti, cippi. Nome e cognome, data, poche parole. Un ricordo, un pensiero, un omaggio. Il segno di un passaggio, di una conquista, di una corsa, di un giorno, di una vita. La documentazione di una traccia, di un’impronta, di un’esistenza, di una resistenza, di una caduta.
Edoardo De Carli – Eddi, stavolta senza allusioni a Merckx – è un cacciatore di targhe. Non le colleziona, ma le fotografa, le cataloga, le custodisce, le archivia e, nel caso, le esibisce. Milanese, professore (in pensione) di lettere al classico, ha cominciato a collezionare targhe per istruire i suoi studenti, così ignoranti da non sapere che, a Milano, Maria Callas ha la sua targa in via Buonarroti, Ernest Hemingway in via Armorari, Nelson Mandela in piazza Leonardo da Vinci, Indro Montanelli ai Giardini di via Palestro, Dino Buzzati in via Vittorio Veneto. Ci sono targhe anche per uomini di sport, come quella per Ambrogio Fogar al Giuriati di via Pascal, o per associazioni di sportivi, come quella per la Vus (Vecchi universitari sportivi) nell’androne dell’Arena, e monumenti dedicati allo sport, come “Il Grande Ciclista” di Aligi Sassu in piazza Piemonte davanti al Teatro Nazionale.
De Carli ha costruito un sito, www.chieracostui.com, dove raccoglie le opere, oggi a quota 27390: la ricerca può essere fatta per area, categoria, via e ordine alfabetico, e non è più limitata a Milano, ma si estende al resto d’Italia. Segnalazioni e contributi sono graditissimi. Fra le recenti acquisizioni, anche la targa dedicata a Meo Venturelli a Pavullo nel Frignano (Modena), in piazza Battisti. Modestia a parte, il testo appartiene al sottoscritto.
E se nella ristrutturazione di un edificio scompare una targa, il professore tempesta gli amministratori locali finché si riesce a recuperare quel pezzo, di marmo o di rame, comunque di storia e di memoria.
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