Completo blu scuro e un velo di abbronzatura portato in dote dagli allenamenti massacranti in Sudafrica: Chris Froome si presenta sorridente e tranquillo a Pinerolo per la speciale serata-antipasto della dodicesima tappa del 102esimo Giro d’Italia del prossimo 23 maggio, da Cuneo a Pinerolo. Il re del Giro 2018 ha risposto “presente”, come tantissimi altri campioni, all’invito dell’incontenibile Elvio Chiatellino, vero deus ex machina delle tappe di Giro e Tour che fanno capo a Pinerolo.
Settant’anni fa, Fausto Coppi (nel 2019 cade anche il centenario dalla sua nascita) firmò la sua impresa più formidabile, scrivendo una pagina indelebile della storia del Giro, del ciclismo e dello sport intero. Nel 2018, il britannico del Team Sky ha messo a segno un attacco in stile antico sul Colle delle Finestre, andandosi a prendere una maglia rosa che sembrava ormai troppo lontana.
«Onestamente non sapevo di quell’impresa di Coppi - ammette candido Froome, che aveva tutti i riflettori puntati in occasione dell’appuntamento piemontese anche se non sarà presente a maggio ai nastri di partenza della corsa rosa -. È stata una decisione difficilissima, perché il Giro e l’Italia sono nel mio cuore e non potete capire quanto sia dura non poter difendere la maglia rosa che ho conquistato l’anno scorso. Ma voglio e devo puntare al quinto Tour de France per entrare nella leggenda di questo sport. Però ritornerò, perché amo l’Italia e i tifosi sono sempre stati incredibili con me. Per vincere un Giro devi essere un corridore completo, perché è come se ogni giorno si affrontasse una classica, di sicuro è il più difficile da interpretare tra i tre grandi giri».
Come sarà il suo percorso di avvicinamento al Tour de France?
«Il mio programma prevede il debutto in Colombia al Tour 2.1 quindi correrò UAE Tour, Volta a Catalunya, Tour of Yorkshire e Delfinato. Purtroppo non ci sarà alcuna corsa in Italia, per me, in questa stagione».
Serata pazzesca quella di Pinerolo dello scorso 24 gennaio con un totale di venti edizioni di Giri vinti e ben sei campioni del mondo in sala, vale a dire Merckx, Gimondi, Moser, Saronni, Cipollini e Kwiatkovski. E tra rivali mitici come Eddy e Felice oppure Francesco e Beppe non era azzardato trovare similitudini con il keniano bianco e il nostro corridore di punta, Vincenzo Nibali, che del Giro 2019 ha fatto il suo obiettivo principale.
«Io punto sul mio compagno di squadra Egan Bernal che ha tutti i mezzi per puntare alla maglia rosa perché, anche se ha solo 22 anni, è più maturo della sua età e sa bene quello che vuole. Il Giro è una corsa ideale per lui e la squadra può aiutarlo e supportarlo. Anche se naturalmente dovrà vedersela con corridori molto forti e determinati come Vincenzo, che è davvero fortissimo».
E Thomas?
«Non so ancora se correrà il Giro, dovreste chiederlo a lui, ma credo che nei suoi obiettivi futuri ci sarà la conquista della corsa rosa perché per lui è una questione in sospeso dopo quello che gli è capitato (la caduta a Roccaraso e successivo ritiro nel 2017, ndr)».
Qual è la corsa di un giorno dei suoi sogni?
«Per me sarebbero le Olimpiadi di Tokyo 2020. Da quel che ho capito il percorso è davvero molto duro e per me conquistare l’oro sarebbe un risultato pazzesco. Ma sono consapevole di non aver mai ottenuto risultati nelle corse di un giorno, quindi forse dovrei cambiare qualcosa della mia preparazione».
E il campionato del mondo nel Regno Unito potrebbe essere un obiettivo?
«Sono sicuramente interessato a partecipare, ma vedo il percorso non adattissimo a me visto che potrebbe essere più ideale a corridori come Peter Sagan. Tuttavia, farò di tutto per presentarmi in grande forma per dare il meglio chiunque sia il leader della mia nazionale».
A proposito del 2020, quale sarà il futuro della squadra dato che Sky si chiamerà fuori?
«Niente è sicuro nel ciclismo, ma sono piuttosto tranquilllo: i nostri dirigenti troveranno un nuovo partner che potrà subentrare a Sky. Quanto a noi, proseguiremo quest’anno con il nostro lavoro e cercheremo di vincere il più possibile».