Trenta anni fa, quando è nato a Bogotà, suo papà l'ha chiamato Winner Andrew Anacona Gómez perchè era un grande appassionato di ciclismo e stimava molto Peter Winnen e Andrew Hampsten. «Il mio nome è il risultato di un errore di scrittura, ma alla fine è unico e io cerco di fargli onore, qualche volta, come oggi, ci riesco. Non alzavo le braccia al cielo dal 2014 quando vinsi alla Vuelta, sono davvero felice di iniziare l'anno con il piede giusto. Speriamo di continuare così» ci racconta con il sorriso il nuovo leader della Vuelta a San Juan, che ha trionfato sull'Alto de Colorado.
Sul finale della corsa lo scalatore della Movistar commenta: «La salita finale ci ha portato sopra i 2.000 mt, l'altitudine è stata un punto a favore per me e tutta la mia squadra che è già in buona forma. Volevamo rendere più dura la scalata a Julian Alaphilippe, man mano è aumentata la selezione in gruppo. Nairo (Quintana, ndr) mi ha detto di insistere, così ci ho provato. Richard (Carapaz, ndr) mi ha coperto le spalle stando sulla ruota di Oscar Sevilla. Temevo di perdere in volata, invece sono arrivato al traguardo con buone gambe e sono riuscito a conquistare tappa e maglia. Ora mi ritrovo al comando della classifica con un buon margine. Davanti a noi abbiamo due tappe pianeggianti, nelle quali però non dobbiamo sottovalutare gli avversari. Resterò concentrato e fiducioso, visto la forza della mia squadra. Sono molto contento, ora l'obiettivo è conservare il primato nella generale».
Winner è cresciuto in Italia, dal 2003 ha militato nella Maltinti Lampadari come Under 23 e nel 2012 è passato professionista con la Lampre ISD. Il suo programma per questa stagione è ancora in fase di definizione. «Correrò alla Colombia Oro y Paz, alla quale ci presenteremo con un team molto competitvo (rispetto al gruppo che c'è qui in Argentina, Max Soler prenderà il posto di Carlos Barbero, ndr) e grandi ambizioni - spiega in conferenza stampa. - A fine mese andrò in Europa per correre la Omloop Het Nieuwsblad e un'altra classica di cui non ricordo il nome. Poi mi aspettano Parigi-Nizza e Volta Catalunya. Il Tour de France? Spero di essere negli 8 che potranno disputare la Grande Boucle, ma la strada per arrivarci è ancora lunga».
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