Con i suoi 2.04 metri Conor Dunne è senza dubbio il più alto corridore al mondo. Nel gruppo svetta per la sua altezza e per la maglia con il trifoglio, che contraddistingue il campione nazionale irlandese. Al via della terza tappa della Vuelta a San Juan abbiamo scherzato con lui sui vantaggi e le scomodità che la sua altezza inevitabilmente comporta in sella.
«Essere così alto è perfetto per andare in bici, ho una posizione privilegiata in gruppo, riesco a vedere tutto e capisco più facilmente di altri dove è meglio dirigersi. Devo giusto stare attento ai rami degli alberi. Più di una volta ho rischiato di colpire dei piccioni, ci sono arrivato davvero vicino. A parte questo, non mi è mai capitato niente di così strano» ci racconta il 27enne della Israel Cycling Academy.
«Ho iniziato a pedalare da bambino, nei week end, giusto per divertimento. A 5 anni andavo a prendere le caramelle e il giornale con papà in un negozio vicino casa. A 16 anni ho cominciato a correre seriamente e a viaggiare per le gare. Ho vissuto in Belgio per 5 anni, ora mi divido tra il mio paese d'origine e Nizza, che per il clima è ideale per allenarsi» aggiunge Conor, che in famiglia divide le attenzioni da sportivo con la sorella tennista Katy.
Sarà un uomo prezioso per il treno di Davide Cimolai e delle altre punte veloci del team, tra cui i “nostri” Sbaragli e Minali. «Quest’anno vorrei tanto vincere una corsa con il kit di campione nazionale e darò il massimo per aiutare la squadra a ottenere risultati di prestigio nelle corse più importanti in calendario. Come al Giro d’Italia? Lo spero, però proprio nei giorni in cui inizierà la corsa rosa diventerò papà. Non voglio perdermi un avvenimento del genere».
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