Dopo 10 anni nel gruppo Sunweb Simon Geschke cambia squadra. Il 32enne di Berlino va alla CCC. Figlio dell'ex pistard Hans-Jürgen Geschke, che rappresentò la Germania Est in tre edizioni dei Giochi olimpici, si è dedicato completamente al ciclismo su strada dopo aver gareggiato per quattro anni anche su pista. Specialista delle corse di un giorno, professionista dal 2009, si è costruito una carriera da gregario di lusso, durante la quale è riuscito a togliersi importanti soddisfazioni personali, tra cui spicca la vittoria al Tour de France 2015 nella frazione alpina di Pra Loup.
«La stagione è stata lunga, mi sono concesso una breve vacanza in Tailandia, per poi tornare a Friburgo, dove vivo, per rimuovere una placca dalla spalla infortunata quest'anno. Ora sono pronto a ripartire, entusiasta della nuova avventura» tira le somme sul suo 2018.
«Volevo cambiare squadra almeno una volta in carriera ed era giunto il momento, dopo 10 anni insieme con la Sunweb non abbiamo trovato un accordo prima del Tour de France e così ne ho approfittato per cambiare aria e andare a caccia di nuovi stimoli. Era arrivato il momento di voltare pagina, quando è arrivata l'offerta di Jim Ochowicz non ho avuto dubbi» aggiunge.
Nel 2017 aiuta Tom Dumoulin a vincere il Giro d'Italia risultando, in alcune occasioni, l'ultimo compagno capace di stargli vicino nelle tappe di montagna. «La maglia rosa vinta da Tom è senz'altro il ricordo più bello che mi resta della lunga esperienza con la Sunweb. Corro sempre volentieri in Italia, la Tirreno-Adriatico è una delle corse che amo di più, anche se quest'anno per me non è stata fortunata, visto che mi sono rotto la clavicola, così come la Milano-Sanremo».
Per il 2019 punta forte alle classiche di primavera. Nel tempo libero ama andare in moto (se c'è bel tempo), giocare alla playstation e suonare la chitarra. Adora il rock anni '80, tra tutte la sua canzone preferita è Sweet Child o' Mine dei Guns N' Roses. «Ho iniziato a correre in mtb, a 12 anni, papà Jürgen correva in pista, era un velocista ed è stato campione del mondo. Il mio sogno era diventare professionista, all'epoca mi sembrava un desiderio difficilissimo da realizzare, guardandomi ora dopo 10 stagioni e tanti grandi giri nelle gambe, con addirittura qualche vittoria in bacheca, posso dirmi super soddisfatto».
Il suo volto è noto a tutti in gruppo e tra i tifosi, è “quello con la barba”. Tempo fa un team belga, lo Sport Vlaanderen Baloise, vietò ai suoi corridori di portarla. A questo proposito non le manda a dire: «Penso sia davvero stupido, nel 2018 è superato dover dire a un dipendente come acconciarsi. 60 anni fa forse era concepibile, oggi non ha proprio senso. La società è cambiata moltissimo ed è decisamente aperta, non trovo nulla di scandaloso in una barba».
Simon ha le idee chiare anche per il futuro: «Penso di poter competere ad alti livelli ancora 4-5 anni. Voglio chiudere la carriera al meglio per poi proseguire il mio viaggio, probabilmente sempre nel ciclismo. Ci sono tante opportunità, mi prenderò del tempo per decidere cosa fare da grande».
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