Friulano di Codroipo, Matteo Fabbro è una delle giovani promesse del ciclismo italiano e sta per completare un positivo primo anno al Team Katusha Alpecin. Nono in occasione della tappa più impegnativa della corsa, quella in cima a Selcuk dove si è imposto Lutsenko, il 23enne perito meccanico e grande appassionato di storia ha raccontato un po' di sé durante la competizione dove si è classificato all'ottavo posto in generale.
Come ti senti dopo la bella top ten nella tappa regina al Turchia?
«È arrivato il bel piazzamento e sono contento. Ma lo vedo come un arrivo a un punto di partenza perché ho lavorato tanto visto che era la mia ultima corsa in stagione. Ho tentato nel finale di anticipare tutti, ma il vento era troppo forte. Così ho tentato la volta dove fare il meglio che potevo».
Come proseguirà la tua stagione?
«Farò una pausa, poi metà novembre inizierò di nuovo a pedalare, abbiamo due training camp a dicembre e gennaio. Stiamo definendo ora i programmi. Spero di fare un grande Giro il prossimo anno. È la corsa alla quale terrei di più partecipare, visto che siamo italiani. Nelle gare di un giorno preferisco senza dubbio la Freccia Vallone, l’ho corsa quest’anno e il percorso mi piace molto».
Quanto hai imparato da questo primo anno alla Katusha?
«Avevo tutto da che imparare e ho cercato di imparare il più possibile. Abbiamo organizzato un calendario piuttosto duro soprattutto nella parte centrale della stagione per un primo anno. Ho preso qualche bella batosta, che mi è servita».
Il resto delle domande nell'intervista completa sul prossimo numero di TuttoBici.
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