L'Italia esce dal mondiale con il quinto posto di Gianni Moscon e con una nuova consapevolezza, quella di avere trovato il campione di domani. Nelle parole di tutti gli azzurri, infatti, c'è una certezza: il futuro è di Gianni Moscon.
Franco Pellizotti analizza il suo mondiale dall'alto della sua esperienza: «Abbiamo un Moscon che sicuramente nei prossimi anni potrà ambire a questa maglia. La salita oggi è sempre stata fatta a ritmo molto alto, non si riusciva a fare la differenza. Nel finale abbiamo provato anche noi a fare il ritmo perché Gianni stava bene, alla fine ha vinto un ragazzo che se lo merita e penso che per lui sia il coronamento di una carriera splendida».
Domenico Pozzovivo ammette: «È stata una corsa molto dura e tirata, purtroppo non era la mia migliore giornata. Ho sofferto molto in salita, pensavo di poter essere più utile, ma le gambe purtroppo erano quelle che erano».
A sua volta Alessandro De Marchi commenta: «Tutti abbiamo fatto il massimo, noi azzurri ci siamo sacrificati e abbiamo svolto alla perfezione i nostri compiti. La gara è stata strana, è diventata dura anche se non ci sono state azioni eclatanti, potevi perdere o azzeccare la corsa in un attimo. Io sono arrivato fino a sotto il muro per aiutare Gianni, che è un grande corridore e rappresenta un patrimonio del nostro ciclismo».
Anche Damiano Caruso è convinto: «L'Italia ha dimostrato di essere sempre una grande squadra, abbiamo cercato di rompere le uova nel paniere alle nazionali dei grandi favoriti, alle quali andava bene una corsa un po' addormentata. Ci siamo riusciti, abbiamo stanato la Spagna, poi anche la Francia è venuta allo scoperto e noi abbiamo fatto il massimo per favorire Gianni, che ha dimostrato di essere un grande corridore e di poter essere il futuro uomo di riferimento della Nazionale. Nibali? Lui è un esempio per tutti, nessuno deve dimenticare quello che ha fatto in questi mesi per riuscire ad essere protagonista oggi a Innsbruck. È stato un grande, come sempre».
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