Dopo lo spettacolo della tappa di ieri con il successo dello statunitense Bennett e la maglia rosa tornata al colombiano Osorio, il Giro d'Italia Under 23 propone un'altra giornata davvero interessante.
Si svolge per intero all’interno della provincia di Vicenza, in Veneto, la 7^ tappa del Giro d’Italia under23 “Giovani Promesse”, frazione altimetricamente agevole nella prima metà che cede poi la strada a un profilo assai movimentato, con arrivo in salita, per la seconda parte e il finale.
Il proscenio della partenza, con un successivo passaggio, è nella città di Schio, terzo comune per popolazione – gli abitanti sono definiti “scledensi” - dopo il capoluogo e Bassano del Grappa, nella val Leogra nella zona delle Prealpi Vicentine, percorsa dal torrente Leogra che origina nel versante vicentino del massiccio del Pasubio che confluisce poi, dopo poco Schio, nel torrente Timonchio. E’ zona ricca di corsi d’acqua che hanno favorito lo sviluppo industriale del luogo, soprattutto quello della lana, fiorente già dagli inizi del 1700 e che ha affiancato la produzione agricola e quella estrattiva del caolino, tipica della zona. E’ comunque la produzione laniera, con le attività collegate, che connota la cittadina nel tempo, soprattutto con la Lanerossi, fondata nel 1817 da Francesco Rossi e trasformata dal figlio Alessandro in una delle maggiori industrie italiane, con varie sedi produttive. La Fabbrica Alta, del 1862, sei piani in cotto e pietra, imponente, con grandi finestre, rappresenta uno dei principali simboli della prima industrializzazione italiana. Dopo varie vicende il marchio Lanerossi, conosciuto anche in vari sport, è stato acquisito dalla Marzotto.
A Schio sono significativi il Duomo neoclassico di San Pietro, su un rilievo con bel panorama sottostante, la chiesa gotica di San Francesco e altri edifici.
Il ciclismo è sport assai praticato con il Veloce Club Schio con i nomi di Elena Berlato, di Andrea Ferrigato soprattutto, e Giacomo Berlato.
Il Giro d’Italia 1988 ha proposto la Carpi-Schio con il successo di Michele Bartoli davanti a Guerrini e Bettini. Quel giorno il compagno di squadra di Bartoli nell’ASICS, Andrea Noè, rivestì, seppure per un solo giorno, la sua prima maglia rosa.
La tabella di marcia prevede il passaggio per Piovene Rocchette, disposta fra la pianura e le prime pendici del monte Summano, comune con varie attività, luogo di nascita di Claudio Grotto, imprenditore e creatore del marchio d’abbigliamento casual Gas, nel passato abbinato a una forte squadra del ciclismo femminile con direttore sportivo anche Marino Amadori. Poi Arsiero che, nel suo territorio, nella parte montuosa, propone vari itinerari e luoghi legati alla prima guerra mondiale, Cogollo del Cengio che ha mutato la sua tradizione agricola in quella industriale e artigianale, poi il Ponte dei Granatieri sull’Astico, nel territorio di Caltrano.
Si raggiuge Calvene, comune ai piedi dell’Altopiano di Asiago, poi Zugliano, nella parte meridionale delle Colline delle Bregonze, sulla riva destra dell’Astico, con alcune notevoli ville, poi Sarcedo, in zona di piacevole collina con ampia vista sui monti all’orizzonte, con numerose chiese e ville come Villa Capra Bassani e altre, in zona di vigneti del noto vino Breganze DOC. E’ nativa di Sarcedo Alessandra Cappellotto, iridata della strada, la prima italiana, nel mondiale 1997 su strada disputato a San Sebastian e due volte bronzo ai mondiali in prove contro il tempo. Nel 1993 ha vinto il tricolore su strada. Attualmente è impegnata quale dirigente del movimento ciclistico femminile. Anche la sorella minore, Valeria, prematuramente scomparsa per malattia a soli 45 anni, si era laureata campionessa italiana nel 1999 nella gara in linea.
Si raggiunge quindi Thiene, importante centro storico della provincia vicentina, con variata economia diffusa in vari settori, con molteplici canali che hanno favorito lo sviluppo dell’industria tessile. Di rilievo sono il Duomo, d’origine seicentesca e ampliato negli inizi del 1900, vari edifici religiosi e ville fra le quali spicca villa Da Porto-Colleoni, completata nella seconda metà del 1400, informe tardogotiche veneziane che sorge al centro dell’abitato, racchiusa con il giardino da alte mura. E’ nota anche come Castello di Thiene.
Nativi di Thiene sono Gianluca Pianegonda, professionista con discreto palmarès dal 1995 al 1999 e il maratoneta Orlando Pizzolato, vincitore di due maratone di New York consecutivamente nel 1984 e nel 1985.
Sempre per il ciclismo è da ricordare che è morto a Thiene, nel 2004, Sante Carollo, nato nella vicina Montecchio Precalcino nel 1924, professionista dal 1949 al 1951, breve carriera prima di riprendere il suo mestiere di muratore, fiero rivale di Luigi Malabrocca e anche di Giovanni Pinarello nella lotta d’astuzia e d’inganni per la “conquista” della maglia nera al Giro d’Italia. L’impresa gli riuscì nel 1949 quando assommò 9h. 57’ 07” di ritardo rispetto al vincitore, Fausto Coppi. In realtà il suo cognome all’anagrafe era “Carolo” ma la grafia, errata, con la doppia elle, l’ha accompagnato sempre nella carriera. E’ un’iniziativa, quella della maglia nera, riproposta anche nel Giro d’Italia under 23, nel ricordo affettuoso del grande Giovanni “Nani” Pinarello.
La corsa continua ancora nella bella pianura vicentina e incontra Malo, popoloso comune con attiva comunità e caratteristici edifici, gli abitanti sono definiti “maladensi”, che ricorda lo scrittore Luigi Meneghello nativo di qui (1922-Thiene 2007), accademico con riconoscimenti di valore e partigiano, autore di “Libera nos a Malo”, opera che propone luoghi e atmosfere di Malo legati all’infanzia di Meneghello.
Segue San Vito di Leguzzano, comune noto per avere l’unico campanile ottagonale della provincia alla chiesa di San Vito, passare da Schio ancora e indirizzarsi poi a Torrebelvicino, comune noto anche per la gestione della stella cometa sospesa più grande d’Europa fra le due vette del monte Singio-Cengio, visibile a oltre km. 30 di distanza. Da qui la strada inizia a salire, senza comunque pendenze di particolare rilievo, passando per Valli del Pasubio, meta turistica contornata dai gruppi montuosi del Pasubio, del Cengio Alto e del Carega, con varie possibilità d’escursioni sia per famiglie, sia per esperti e poi proseguire fino a quota m. 668 del GPM di Passo Xon, che mette in comunicazione l’Alta valle dell’Agno con la val Leongra. E’ un passo con ascese assai agevoli da entrambi i lati con vista suggestiva sulle vicine Piccole Dolomiti. Discesa verso Recoaro Terme, notissimo centro termale con varietà d’acque curative e minerali, in piacevole conca dell’alta valle dell’Agno, attivo dalla fine del 1600. Nella zona è possibile praticare varie attività sportive in un ambiente naturale. Nel 1938 si disputò la Belluno-Recoaro, 17^ tappa del Giro d’Italia vinta dal piemontese Giovanni Valetti, già in maglia rosa, con 1’46” di vantaggio su Ezio Cecchi, lo “scopino di Monsummano”, classificati nell’ordine pure nella graduatoria generale finale. La frazione di San Quirico annuncia il passaggio da Valdagno, importante centro industriale tessile laniero legato soprattutto al nome e alla dinastia dei Marzotto già dal 1836, con varie altre attività produttive di moderno contenuto tecnologico del terziario avanzato. La struttura urbanistica del centro storico risale al Settecento, nel periodo della Repubblica Veneta mentre la parte nuova, conosciuta come Oltreagno, riflette criteri residenziali caratterizzati da ampie strade, aiuole e complessi sociali integrativi voluti dalla Marzotto. Qui sorge il Parco la Favorita, progettato attorno al 1930, ora acquisito dall’amministrazione comunale, apprezzato “polmone verde”. La città presenta vari edifici di pregio per una variata attività culturale e museale di valore. Anche qui, come in tutta la zona, è molto seguito e praticato l’hockey su pista. Il calcio ricorda gli anni 1950 quando l’A.C. Marzotto Valdagno ha disputato vari campionati di serie B e il noto portiere di Roberto Anzolin (1938-2017) che dopo l’esordio nel Marzotto Valdagno, ha giocato a Palermo, nella Juventus per un decennio, nell’Atalanta e in altre squadre.
Inizia la salita al GPM, quota m. 634, di Passo Zovo, strada stretta con andamento tortuoso è il versante più impegnativo della salita e quindi discendere dopo lo scollinamento verso Magré, frazione di Schio. E’ lungo questa discesa che, nel 1988, tappa del Giro d’Italia, in una giornata di gran pioggia, Marco Pantani e lo svizzero Alex Zuelle in testa alla corsa scivolarono e lasciarono via libera al successo di tappa firmato da Michele Bartoli. Si passa per Guizza, frazione di San Vito di Leguzzano, ripassando per Schio, Torrebelvicino e Valli di Pasubio.
Qui inizia la salita finale verso il GPM e traguardo d’arrivo, a quota m. 1162, di Pian delle Fugazze. E’ il valico che mette in comunicazione la vicentina val Leogra con la trentina Vallarsa e il comune sparso omonimo con sede comunale in località Raossi, nella regione autonoma Trentino-Alto Adige, provincia autonoma di Trento.
La strada si sviluppa per circa km. 11.500 fra ampi pascoli e le suggestive cime delle Piccole Dolomiti con i primi km. 4 con pendenza relativamente dolce che si accentua sensibilmente attorno al 10% circa con punte del 14% fino praticamente al pianoro d’arrivo. Nelle vicinanze, a circa due chilometri, sorge l’Ossario del Pasubio, al colle Bellavista, ancora nel comune di Valli del Pasubio, che contiene le spoglie di 5.146 soldati italiani e 40 austriaci, caduti nella sanguinosa battaglia del Pasubio del 2 luglio 1916. Nei dintorni varie strade, gallerie, trincee e camminamenti militari ricordano i drammatici eventi bellici.
E’ una salita “antica” del ciclismo, percorsa più volte dal Giro d’Italia già dal 1934 con l’ultima nel 2007 che caratterizzava anche il percorso di una classica come il Giro del Veneto, con partenza e arrivo a Padova, nei suoi anni d’oro.
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