IL PASTO AL GIRO. PINO, L'OVER 82

STORIA | 08/06/2018 | 08:48
Forlì. Qui, al Giro d’Italia, fra gli Under 23 c’è un Over 82. Che è più giovane di loro. Non sulla carta d’identità, ma nell’anima, nello spirito, nel cuore. Pino Roncucci: il maestro. Un amore irresistibile per la bicicletta, un richiamo inestinguibile per il ciclismo, una tentazione inguaribile per le corse. Quarantacinque anni da direttore sportivo. E novecentottanta vittorie in carriera.

Pino, c’è un inizio? “La mia prima bici da corsa, una Bianchi, nel 1947. Partecipavo alle corse degli enti, l’Uvi, l’Enal… Un gruppo di amici, una squadra di amatori, un giro di sagre. Poi caddi, incrinai due vertebre, rimasi fermo, smisi di correre, frequentai un corso da direttore sportivo. Il tecnico era Leandro Coco, della Romagna Nuova di Ravenna, che poi lanciò il ciclismo in Colombia e Venezuela. La mia prima squadra nel 1969, la Glauco Servadei a Forlì, fondata da reduci della Forti e Liberi. E Marino Amadori c’era già: non vinceva mai, però era sempre con i primi”.

Pino, c’è un poi? “Generazioni di ragazzini. Costellazioni di sogni. Enciclopedie di corse. Ragazzini, sogni, corse: ogni sabato, ogni domenica. E Giuseppe Solfrini, che batteva Moreno Argentin, anche nella premondiale di San Geminiano, smise vincendo, perché scelse di dedicarsi agli studi, andò all’università, si laureò dottore in Scienze aziendali e tributarista. E Davide Cassani, che già allora chiamavamo ‘l’intellettuale’, perché si incuriosiva, si interessava, studiava, capiva, imparava, e adesso che è il supervisore delle squadre nazionali, ma anche il presidente dell’Apt, l’Azienda di promozione turistica dell’Emilia-Romagna, dovrebbero fargli un monumento per tutto quello che fa, non più soltanto per le bici e il ciclismo. E Maurizio Semprini, un fenomeno, un Cipollini però capace di vincere dovunque, strada e pista, peccato che non avesse la testa per fare il corridore”.

Pino, c’è un dunque? “Marco Pantani. Andavo a vederlo, da lontano, già quando era allievo e junior, finché venne da me, alla Giacobazzi, perché voleva vincere il Giro d’Italia dei dilettanti. Un giorno c’era con noi Walter Malavolta, massaggiatore della nazionale, bolognese, una grande sensibilità manuale. ‘Questo qui – mi giurò – è più forte di Coppi’. E neppure ebbe bisogno di aggiungere, come faceva di solito, la sua esclamazione ‘boia di una cavalla zoppa’. Un giorno, al Giro del Friuli, che precedeva il Giro d’Italia, Pantani aveva lo stesso tempo di Gilberto Simoni, primo in classifica, ma Simoni aveva più punti di Pantani. Dovevamo inventarci qualcosa, una fuga, magari da lontano, con due o tre dei nostri, e, dentro, anche Pantani. E andò proprio così. Solo che poi Pantani li staccò tutti. ‘Marco, dove vuoi andare?’, gli chiesi. ‘All’arrivo’, mi rispose. ‘Ma mancano ancora 100 km”, gli spiegai. ‘Vorrà dire che provo la gamba per il Giro d’Italia’. Lo presero a 5 km dal traguardo. E Simoni avrebbe confessato: ‘Quel giorno Pantani ci fece diventare tutti matti’. Pantani: 1,71 per 54 kg quando era in forma, 400 watt alla soglia, sa che cosa vuole dire?”.

Pino, c’è un adesso? “Forlì è una città che va in bicicletta, ma non ha più corridori. Il cicloturismo ha indebolito il ciclismo”. “Poi il traffico, la mancanza di sicurezza, gli altri sport. Tra la Scat e la Forti e Liberi facciamo i salti mortali”. “Un anno fa, come Pantani Corse, abbiamo messo su una squadra: tutti ragazzi neri, africani, o quasi. Nel periodo delle gare, stop: non mangiavano più, non bevevano più, non si allenavano più, non gareggiavano più. Per il Ramadan”. “Il ciclismo, anche, anzi, soprattutto quello dei professionisti, è telecomandato, computerizzato, troppo organizzato. Invece ha bisogno di fantasia. Come Nibali alla Sanremo. Come Pantani che dopo qualche test rifiutava qualsiasi strumento e mi spiegava: ‘Pino, ho l’orecchio’. Era il suo modo per dire che sapeva sentirsi, ascoltarsi, controllarsi. Da solo. Dentro”, “Il mio archivio, c’è di tutto, fotografie e documenti, articoli e test. Quando vuole, faccia un salto da me”.

Pino, c’è un insomma? “Questa bici, che è una biciclettaccia, da donna. Ne ho anche un’altra, più bella, da uomo. Ma per girare a Forlì mi basta questa”.

Marco Pastonesi
Copyright © TBW
COMMENTI
Il più grande
9 giugno 2018 08:53 csanti
Un maestro, un padre, una delle più belle persone che ho conosciuto nella mia vita. Ho avuto la fortuna e il privilegio di essere un suo corridore. Grazie Pino, grazie di cuore.

Hai dimenticato i tuoi dati, clicca qui.
Se non sei registrato clicca qui.
TBRADIO

00:00
00:00
Sul volto di Mattias Skjelmose l'incredulità si è installata quasi fosse una maschera e sembra non volersene andare più. Il ventiquattrenne danese della Lidl Trek lo ripete una, due, dieci volte: «Non ho davvero idea di cosa sia successo...». E...


Mattias SKJELMOSE. 10 e lode. Provate a chiedere a questo 24enne ragazzo danese cosa significa vincere un’Amstel battendo sia Pogacar che Evenepoel, vale a dire il campione del mondo e quello olimpico. Provate a chiedergli cosa si provi, quale sia...


Tadej Pogacar stavolta non è riuscito a fare quello che gli riesce spesso, vale a dire staccare tutti e volare da solo verso il traguardo. Lo sloveno rivela a caldo di aver commesso qualche errore e di aver trovato un...


Ci sono pensieri contrastanti che si affacciano alla mente di Remco Evenepoel al termine di una Amstel Gold Race affrontata da protagonista: da una parte la soddisfazione per la prova e per l'ulteriore conferma della condizione ritrovata, dall'altra un'occasione forte...


Cinquantuno atlete tra élite, under 23 e juniores hanno preso parte alla gara “Open” femminile di “Pasqualando” conclusasi in volata con il successo di Gaia Tormena della Isolmant-Premac-Vittoria, sulla junior Agata Campana e sulla compagna di squadra Zanetti. Uno-due quindi...


Erica Magnaldi festeggia la Pasqua vincendo il GP Féminin de Chambéry disputato sulla distanza complessima di 119 chilometri. La 32enne atleta in maglia UAE ADQ conquista il suo secondo successo in carriera avendo la meglio su Mona Mitterwallner, 23enne austriaca...


Tra i due litiganti, il terzo gode. L'edizione numero 59 dell'Amstel Gold Race va a Mattias Skjelmose (Lidl Trek) che al termine di 256 km da Maastricht a Berg en Terblijt "uccella" allo sprint i due grandi duellanti Tadej Pogacar (2°)...


E' il turno di Matteo Vecher nelle classiche del calendario francese. Dopo la Grand Besancon e il Tour du Jura entrambe conquistate da Guillaume Martin, oggi è toccato al portacolori della Total Energies trionfare nel Tour du Doubs svoltosi da...


Il rullo compressore della compagine allievi della Iperfinish ingrana la quarta vittoria consecutiva nella gara di “Pasqualando” a Ponte a Egola. A vincere per la seconda volta in questa stagione e dopo il successo sul circuito di Pontassieve di due...


Una incredula Mischa Bredewold ha tagliato a braccia alzate il traguardo della Amstel Gold Race Ladies. La 24enne olandese della SD Worx Protime si è imposta con sette secondi di vantaggio sulle connazionali  Ellen van Dijk (Lidl - Trek) e...


TBRADIO

-

00:00
00:00





DIGITAL EDITION
Prima Pagina Edizioni s.r.l. - Via Inama 7 - 20133 Milano - P.I. 11980460155




Editoriale Rapporti & Relazioni Gatti & Misfatti I Dubbi Scripta Manent Fisco così per Sport L'Ora del Pasto Le Storie del Figio ZEROSBATTI Capitani Coraggiosi La Vuelta 2024