Parla tanto italiano il Giro Under 23 con le vittorie di Edoardo Affini e Giovanni Lonardi nelle prime due frazioni, anche se la maglia rosa è sulle spalle del talento belga Jasper Philipsen, protagonista anche nell'edizione 2017 della corsa. Ma lo scenario, dopo le veloci strade della Romagna, oggi cambia decisamente.
E’ tracciata per intero nella provincia di Modena, in Emilia-Romagna, la seconda tappa che parte da Nonantola e pone il traguardo a Sestola. E’ praticamente divisa in due questa frazione di chilometraggio contenuto, 138,2 km. che giunge fino a metà percorso in pianura e quindi la musica, intesa come altimetria cambia, e come, con razioni abbondanti di salita.
Nonantola, popoloso comune a una decina di chilometri dal capoluogo Modena, lungo la direttrice che va verso Ferrara, è connotata da una lunga e articolata storia di rilevante importanza, soprattutto nel medioevo, testimoniata soprattutto dall’abbazia di San Silvestro con il monumento romanico della basilica, i cui inizi risalgono all’VIII^ secolo, quale parte del monastero benedettino. E’ stata una presenza importante per Nonantola, anche sul piano sociale, perché ha originato l’istituto della “Partecipanza agraria di Nonantola”, tuttora attiva, seppure in forma più moderna, assimilabile alle cooperative agricole, istituto diffuso anche in altri centri del territorio. E’ di valore il Museo diocesano d’arte sacra e benedettino allestito nel palazzo abbaziale, adiacente alla basilica benedettina di San Silvestro che mette in evidenza testimonianze del patrimonio d’arte e di fede dell’abbazia di Nonantola e dell’arcidiocesi di Modena-Nonantola.
La variata produzione agricola, favorita anche dalla fertilità del territorio (è anche zona di produzione del parmigiano-reggiano e del lambrusco), è stata poi affiancata da una diffusa rete d’attività industriali, artigianali e di servizi.
Nonantola è la sede storica della Lambrusco Giacobazzi, nota azienda vinicola a livello internazionale che, nel ciclismo si collega a uno “squadrone” vero e proprio che ha messo in campo, anzi strada, questi numeri della sua storia: 34 anni d’attività, 345 corridori tesserati e un palmarès che sciorina ben 593 successi. Fra i corridori si trovano i nomi di Marco Pantani e pure di Davide Cassani, di Marino Amadori, di Claudio Vandelli e di un compatto gruppo di competenti appassionati nei diversi ruoli tecnici. La Giacobazzi ha unito il suo nome anche alla scuderia Ferrari e all’amatissimo pilota di F1 Gilles Villeneuve. Già lo scorso anno la Giacobazzi ha aderito con prontezza sostenendo subito l’iniziativa del rinato Giro d’Italia under 23-Giovani Speranze.
Il percorso propone il passaggio da Castelfranco Emilia, popoloso comune con vasto territorio coltivato con varietà di alberi da frutto che rivendica la paternità dei noti e prelibati ”tortellini”, pasta specialità di primo piano della cucina emiliana. Qui nacque Alfonsa Rosa Maria “Alfonsina” Morini (1891-Milano 1959), nota come Alfonsina Strada per matrimonio, pioniera del ciclismo femminile che gareggiò con gli uomini anche al Giro d’Italia 1924.
Si prosegue per San Cesario sul Panaro, Spilamberto nota per la produzione del liquore nocino e dell’Aceto Balsamico Tradizionale. Qui ha la sede l’omonima Consorteria per la sua valorizzazione. Si incontrano poi, sempre in pianura, Castelnuovo Rangone, centro assai conosciuto per la lavorazione di carni con rilevanti aziende del settore e quindi raggiungere Vignola. La città è la sede principale dell’unione di comuni vicini, denominata “Unione Terre di Castelli” e sorge ai piedi delle prime colline dell’Appennino modenese, all’inizio della valle percorsa dal fiume Panaro. E’ nota a livello internazionale per le sue ciliegie con la qualità “ciliegia Mora di Vignola” in primo piano. Piacevole è il contesto urbano con edifici di culto e residenziali di pregio e la famosa, antica, Rocca, un castello medievale ben conservato e “vissuto” con molteplici iniziative.
Nel ciclismo si ricorda per la Milano-Vignola, corsa per professionisti disputata dal 1952 al 1996 con l’organizzazione dell’U.S. Vignolese che si concludeva nel circuito del Gessiere, terra di conquista per velocisti con un allbo d’oro ricco di nomi importanti. Nel 1997, si è trasformata nel G.P. Bruno Beghelli, con partenza e arrivo nella vicina Monteveglio, in provincia di Bologna, organizzato dal G.S. Emilia di Adriano Amici.
Si giunge a Marano sul Panaro, terra di tigelle, gnocco fritto e borlenghi, conosciute specialità del modenese, nel parco regionale Sassi di Roccamalatina, tre picchi rocciosi definiti “sassi” appunto, in zona di protezione speciale, poi, dopo la frazione Osteria Vecchia, località dove la pianura cede il passo alla salita, si incontra Coscogno, poi il GPM a quota m. 704 di Sant’Antonio, entrambe località di Pavullo nel Frignano. E’ il secondo comune della provincia per estensione, ed è al centro di un altopiano a quota poco sotto i m. 700, fra i crinali delle alture di Montecuccolo con il noto castello e Gaiato, lungo lo spartiacque fra i fiumi Panaro e Secchia. Vari edifici monumentali testimoniano del suo passato e, in frazione Olina, un caratteristico, antico, ponte che fa parte del patrimonio del territorio unitamente a vari edifici ricostruiti dopo la distruzione - era sul linea Gotica - della seconda guerra mondiale. Accanto alla tradizionale attività agricola e dell’allevamento si è sviluppato pure il turismo. Sono nativi del luogo il noto calciatore, il bomber Luca Toni (1977) e Rachele Barbieri (1997), promettentissima esponente del ciclismo femminile – strada e pista – doveha già conquistato un titolo iridato.
Su strade vallonate si raggiunge Lama Mocogno con vista sulle valli sottostanti e sul monte Cimone e due laghetti per la pesca sportiva. Qui, nella frazione Sassostorno, è nato Romeo Venturelli (1938-2011), corridore professionista di grandi, ma inespresse, potenzialità. Si scende fino al ponte sul torrente Scoltenna e affrontare quindi la salita verso Montecreto, a quota m. 864, in zona naturale boschiva e con impianti per la pratica degli sport invernali.
Rimane l’ultimo tratto di salita che conduce al traguardo di Sestola, ai piedi del monte Cimone che con i suoi m. 2165 d’altitudine è il più alto dell’Appennino settentrionale e della regione Emilia-Romagna.
Sestola è un rinomato centro per il turismo invernale ed estivo, nel Parco del Frignano, con molteplici impianti di risalita e strutture ricettive. Il centro si sviluppa attorno all’alto sperone roccioso su cui sorge un’antica fortezza medievale che ospita pure il Museo della civiltà montanara e contadina di Sestola e delle sue numerose frazioni.
Il Giro d’Italia ha posto qui traguardi di tappa nel 1971, in località Pian del Falco, con vittoria dello scalatore spagnolo Josè Manuel Fuente, nel 2014, in località Passo del Lupo e successo dell’olandese Peter Weening e nel 2016 con il giovane abruzzese Giulio Ciccone che s’impose per distacco.
Il Frignano è sovente meta anche della Coppi e Bartali, gara a tappe del G.S. Emilia.
E qui il Giro d’Italia under 23 2018 presenterà un volto indicativo delle forze in campo pretendenti al successo finale.
Giuseppe Figini
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